Vino
18 Luglio 2023Il 2022 ha registrato una flessione pari al 3,8% ma i primi mesi del 2023 inducono a un cauto ottimismo
L’Annual Report di Valoritalia incrocia i dati emersi dai processi di certificazione di 218 denominazioni di origine italiane con un'ampia analisi dei comportamenti e delle tendenze di acquisto messe a confronto tra i consumatori italiani e quelli del Regno Unito per ciò che concerne l'approccio e le scelte nell'ambito del vino.
Dall’ultimo Annual Report, che analizza i dati inerenti al 2022, emerge un evidente cambio di scenario rispetto alla situazione presentata un anno fa. Se il 2021 aveva fatto registrare numeri estremamente positivi nonostante fossero in atto problematiche importanti, i dati del 2022 mostrano un rallentamento che per il settore vino italiano si attesta intorno al -3,8%. In tal senso pesa il conflitto russo-ucraino, con il suo corollario di crisi energetica che ha imposto un rallentamento dei flussi economici in tutti i settori.
«Il vino deve essere considerato a tutti gli effetti un sensibile indicatore degli andamenti economici generali ed era quindi lecito attendersi questa contrazione» ha dichiarato Francesco Liantonio, Presidente Valoritalia. «Va però sottolineato come il sistema vino italiano abbia tenuto botta soprattutto a partire dal secondo semestre dello scorso anno e come i dati del primo quadrimestre del 2023 inducano a un cauto ottimismo. È un segnale importante, la cartina tornasole di come il mondo delle DO, a livello italiano, possa contare su una solidità che gli consente di attraversare anche momenti di grandi incertezza e difficoltà».
La ricerca evidenzia un dato fondamentale: nonostante le difficoltà sopra descritte, circa un terzo delle denominazioni tra quelle certificate Valoritalia ha comunque registrato una crescita dei volumi con le significative performance del ''Sistema Prosecco'' formato dalle D.O.P. Prosecco, Asolo Prosecco e Conegliano Valdobbiadene. Ottimi anche i comportamenti del Franciacorta, dell'Asti e Moscato D'Asti, dell'Alta Langa, del Collio, del Lugana, dell'Oltrepò Pavese, del Vino Nobile di Montepulciano, del Frascati e del Castel del Monte. Un'altra trentina di Denominazioni ha registrato cali contenuti entro la soglia del 5%, alcune dei quali di natura fisiologica.
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