Un italiano su quattro ha già fatto una vacanza nei primi sei mesi del 2011 e quattro su dieci non salteranno l’appuntamento estivo. Guardando il bicchiere mezzo vuoto (anziché mezzo pieno) vuol dire che 35 milioni di italiani non andranno in vacanza durante l’estate.
La propensione alle vacanze estive (ma non solo) è più forte tra i giovani (sotto i 55 anni), meglio se residenti nelle regioni del centro-nord e con un lavoro dipendente (56,5% vs..49% degli autonomi). Il dato trova riscontro nel maggior numero di ore lavorate in media da un lavoratore autonomo rispetto ad un dipendente ( 1.759 vs. 1.985 per unità di lavoro standard).
IN VACANZA SENZA INDEBITARSI
Le vacanze estive dureranno in media “due settimane” ma per il 18,5% si allungheranno alla terza e quarta settimana.
Rispetto all’anno scorso saranno più brevi, uguali o più lunghe? Il bilancio è negativo. Al netto di coloro che faranno un periodo di vacanza simile a quello dell’anno scorso, il saldo tra chi le allungherà e chi le accorcerà è negativo per otto punti percentuali soprattutto per effetto di motivazioni economiche.
In flessione quest’anno il livello di spesa: se il 50,5% spenderà “lo stesso”, il saldo complessivo è negativo per un punto e mezzo percentuale.
Un terzo ha “rinunciato a qualcosa” durante l’anno per assicurarsi un periodo di vacanza durante l’estate e soprattutto per non indebitarsi. Prestiti e rate non incontrano, infatti, il favore degli italiani quando si tratta di spendere per le vacanze: solo il 7% ricorre a modalità di pagamento differite nel tempo.
NIENTE DI NUOVO SULLA DESTINAZIONE: IN ITALIA E … AL MARE
Il 77% resta in “Italia” e il 20% va “all’estero”, soprattutto i giovani.
Sette su dieci hanno scelto il mare, il 14% i monti ed il resto di divide tra città, (grandi e piccole), laghi, terme, ecc.
Il 42% torna nella “stessa località dello scorso anno” (i più abitudinari sono le donne e gli over 55 anni), mentre il 58% “cambia destinazione” prevalentemente per il desiderio di scoprire posti nuovi. Pochissimi (appena l’1,5%) quelli che cambiano località perché insoddisfatti.
CIBO: PIÙ TEMPO A TAVOLA E MAGGIOR SALUTISMO
Un italiano su due cambia abitudini alimentari quando è in vacanza. Principalmente “dedicando più tempo alla tavola, mangiando con calma” , in particolare le donne e gli intervistati di età compresa tra i 35 e i 54-anni, che evidentemente riescono a gustarsi pasti rilassati, fuggendo dai ritmi lavorativi e/o del servizio in cucina a casa.
Per quattro su dieci la vacanza aiuta a “mangiare più sano” (le donne in particolare) e a “consumare pasti completi” (i giovani) senza trascurare, tuttavia, le tentazioni che vengono da gelati, bibite, snack, ecc. (più i maschi e più i giovani).
PIZZA E PASTA LE CONFERME, FRUTTA, PESCE E GELATI GLI EMERGENTI
A conferma di come vacanza significhi alimentazione più sana, vediamo che il maggior incremento di consumi si registra per la “frutta” (+40,5%), i “gelati” (+36%) anche come pasto sostitutivo, il “pesce” e le “verdure”. Se è vero che sono consumi “tipici” dell’estate, è comunque positivo che gli italiani ne colgano il valore nutrizionale e ne aumentino i consumi, complice quindi sì una maggior disponibilità sul mercato o nei locali, ma anche una maggior predisposizione personale al consumo ed alla preparazione, soprattutto per il pesce e le verdure.
I consumi di “pizza” (+4%) e di “pasta o riso”, anche nella variante ad insalata, non subiscono cambiamenti (-2%) a conferma della centralità di questi prodotti nel modello alimentare degli italiani.
In diminuzione il consumo di “panini”, “carne” e “salumi” (probabilmente per molti il pasto abitudinario durante il resto dell’anno) ed i consumi di alcolici.
(fonte Fipe)
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