Sabato 17 settembre è entrato in vigore l’aumento dell’aliquota IVA ordinaria, che passa dal 20% al 21%. Il balzello riguarda anche le bevande: birra, vino, succhi di frutta, acqua minerale insomma a tutti quei prodotti che non scontano l’aliquota del 4% e 10%.
Anche per questo la Federalimentare ritiene che l’aumento dell’Iva contribuirà purtroppo a deprimere ancora di più i consumi nel nostro Paese imponendo nuovi sacrifici alle famiglie italiane.
Secondo il Presidente di Federalimentare, Filippo Ferrua, per evitare il rischio di un’ulteriore contrazione dei consumi, è necessario che a fronte dell’aumento dell’IVA venga abbassato il carico fiscale sia sul lavoro, sia sulle imprese. Altrimenti da un lato lo Stato fa cassa per raggiungere il pareggio di bilancio nel 2013, e dall’altro si rischia di soffocare sul nascere ogni prospettiva di rilancio.
Anche la Confesercenti boccia l’aumento dell’IVA, sottolineando come da un lato, tale provvedimento sia necessario e inevitabile, ma che dall’altro mette in evidenza come sia una scelta di politica fiscale sbagliata e legata al fatto che con la manovra la spesa pubblica non è stata realmente contenuta così come si sarebbe dovuto fare.
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