15 Novembre 2010

Il punto di vista dei grossisti di bevande


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Continua quella che è stata ormai ribattezzata “la guerra dell’acqua”.

Innescata dalla campagna Coop che promuove il consumo dell’acqua del rubinetto, oppure di minerale proveniente da fonti “vicine”, la provocazione ha visto l’immediata risposta di Mineracqua, che ha promosso invece una campagna mirata a far risaltare le caratteristiche positive dell’acqua in bottiglia.

Sulla questione sono inoltre intervenute in questi giorni anche alcune sigle sindacali come la Uila - Unione Italiana Lavoratori Agroalimentari della Uil - che ha voluto sottolineare la necessità di una più corretta informazione per i consumatori e il rischio che campagne di questo genere abbiano ripercussioni sui lavoratori del settore dell’acqua minerale, che in Italia dà lavoro ad oltre 40 mila persone.

Sulla necessità di una più corretta e completa informazione dei consumatori si esprime favorevolmente anche Italgrob - Federazione Italiana Grossisti Distributori di Bevande.

“L’acqua ‘del Sindaco’ – esordisce Franco Bruno Marini, Segretario Nazionale Italgrob – non ha titolo per  essere considerata come una concorrente della minerale:piuttosto,a nostro avviso,rappresenta un servizio e un’estensione di quanto già offerto dall’acquedotto comunale”.

“E’ invece necessario sottolineare – continua Marini - come l’acqua minerale, oltre a garantire al consumatore massima sicurezza in termini di igiene ed un corretto apporto di contenuti organolettici e sostanziali, sia una componente tipica della dieta mediterranea italiana; quella stessa dieta che, evento unico nel mondo, a breve potrebbe essere consacrata come ‘Patrimonio dell’Umanità’ dall’Unesco”.

Italgrob non ritiene quindi corretto sminuire in maniera superficiale il patrimonio idrominerale italiano, fruito oggi da milioni di consumatori che bevono acqua in bottiglia e in grado di assicurare lavoro a decine di migliaia  di persone  in tutto il territorio nazionale.

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