01 Febbraio 2012

Un settore da oltre 31 miliardi di euro


Un settore da oltre 31 miliardi di euro

57.jpg31,2 miliardi di euro: questa l`entità del commercio all`ingrosso di bevande in Europa in base ad una rilevazione di Cegrobb, organismo europeo che riunisce le associazioni dei grossisti di bevande. Il gigante del settore è la Germania con un giro d`affari di 22 miliardi di euro, 3.000 imprese e 55mila occupati. L`Italia e la Francia, entrambe con un fatturato di 3 miliardi, seguono a netta distanza, rivelando, tranne l`entità del giro d`affari, realtà decisamente differenti che contano, nel caso dei cugini d`oltralpe, 500 aziende e 9mila occupati contro le 1.800 aziende e i 17mila posti di lavoro dell`Italia.

Dettaglianti di bevande, dettaglianti alimentari, stazioni di servizio, ma soprattutto i locali horeca sono i clienti dei grossisti del beverage, un plotone che in Europa conta 1 milione e 600mila imprese con oltre 9 milioni di lavoratori (di cui tre quarti nella ristorazione), che rappresentano il 4,5% dell`occupazione nel Vecchio Continente. Oltre alla questione numerica, almeno tre le motivazioni che fanno assumere al comparto una notevole importanza.

- Uno. Fortemente radicato nel territorio, il settore offre opportunità alle piccole aziende, tanto è vero che il 92% delle imprese dell`horeca conta meno di 10 dipendenti.

- Due. Impiega un`alta percentuale di occupazione femminile: il 55% dei lavoratori dell`horeca in Europa è costituito da donne.

- Tre. Svolge un importante ruolo nell`inserimento sociale in quanto il 40% dei lavoratori è relativamente non qualificato.

Tendenze di consumo

Per capire quale il proprio possibile sviluppo, l`ingrosso del beverage non può prescindere da tutto questo, ma soprattutto dal valutare quali le tendenze dei consumi. Secondo Cegrobb, le più recenti abitudini portano a cercare nei consumi fuori casa autenticità, convivialità e comodità. Per quanto riguarda le bevande, attenzione ai crescenti consumi di vino della casa e birre speciali. Non mancano gli ostacoli ad una crescita che non appare più certo quella che ha interessato, con un +21%, l`horeca nel periodo compreso tra il 2003 e il 2007. In testa il divieto di fumare nei locali e, soprattutto, le nuove normative per la guida e l`assunzione di sostanze alcoliche. Ostacoli per l`ingrosso possono essere intravisti anche negli approvvigionamenti nel food alla ricerca di prezzi convenienti e nell`ingente numero di fallimenti che tocca il settore. Il Cegrobb, che tra i suoi obiettivi ha lo studio, la promozione e la difesa degli interessi professionali del commercio all`ingrosso di birra e altre bevande, ha le idee chiare in materia e indica le possibili misure compensatorie: aumento della deduzione sugli investimenti fino al 120%, proseguimento dei negoziati per la riduzione dell`IVA, incentivi fiscali per il lavoro flessibile (ore di straordinario, lavoro notturno e lavoro in squadra), maggiore flessibilità per il lavoro degli studenti e per il lavoro occasionale.

Alcol e vuoto a rendere

Idee chiare anche a proposito delle campagne anti-alcol, che secondo Cegrobb dovrebbero prevedere azioni preventive e informative tesa a moderare il consumo di alcol e non un divieto generale della pubblicità di bevande alcooliche, e per quanto riguarda i vuoti a rendere, altra problematica d`attualità, auspica un`armonizzazione che faciliti gli scambi tra Paesi dell`Unione Europea, la standardizzazione degli imballaggi, una cauzione del deposito realistica (al massimo il 70% del valore a nuovo) e, infine, ritiene che tassare gli imballaggi in cauzione contribuisca all`introduzione, da parte dei produttori, di imballaggi non riutilizzabili, impedendo così la realizzazione degli obiettivi di raccolta degli imballaggi stessi. Come confermato anche dalla ReUse Conference tenuta lo scorso anno, Cegrobb è favorevole all`utilizzo di imballaggi riutilizzabili che aumentano la gestione efficiente delle risorse e contribuiscono in maniera effettiva alla prevenzione dei rifiuti. Infine, Cegrobb difende l`armonizzazione di tasse e accise sui prodotti in seno all`Unione Europea e indica che le bevande alcoliche non devono contribuire ulteriormente alle risorse fiscali.

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