Giornalismo enogastronomico, ristorazione e formazione universitaria: l’editore Gambero Rosso e l’Università IULM di Milano hanno stretto una partnership per avviare nuovi corsi formativi e aprire nell’estate 2013, all’interno del Campus milanese, una nuova sede della Città del gusto.
La ristorazione in Italia è da sempre un aspetto culturale ed economico importante, ma è in tempi più recenti che alla tradizione s’è affiancata la formazione istituzionale ad alti livelli come quelli che può garantire l’ambiente accademico.
I corsi universitari che saranno attivati sono un Master universitario in Food & Wine Communication (pre-iscrizioni: da giugno a ottobre - attivazione: novembre 2012), un corso di specializzazione in Web e Social Media Marketing per il settore enogastronomico e agro-alimentare (attivazione: ottobre 2012), due corsi nell’area del Restaurant Managemen
(attivazione: novembre 2012).
La partnership fra Gambero Rosso e Università IULM è stata maturata anche sulla scorta di una ricerca nazionale sull’analisi del fabbisogno formativo nel Restaurant Management. La ricerca è stata coordinata dal professor Vincenzo Russo. L’indagine ha coinvolto un campione di 1.549 persone (a cui è stato somministrato un questionario online). Il campione è composto da esperti del settore agro-alimentare, da manager della ristorazione e del "food & beverage", da chef, maître e sommelier.
I risultati dello studio hanno mostrato alcune evidenze interessanti: il 58% del campione dichiara di non aver frequentato mai corsi di specializzazione nel campo della gestione manageriale della ristorazione o dell`hospitality.
Il 50% del campione vorrebbe accrescere le proprie conoscenze in business management e il 60% ritiene indispensabile ampliare le proprie esperienze di marketing-comunicazione. Il 70% considera importantissimo migliorare le proprie tecniche di cucina. Molto diffuso è poi il bisogno di aumentare le competenze in ambito enoico (oltre 70%). La ricerca ha anche approfondito il ruolo dei prodotti agroalimentari a Km 0. Per il 44,5% del campione i prodotti locali sono ancora poco utilizzati; l’82% afferma che dovrebbero essere meglio valorizzati. Non usa prodotti del territorio il 65% degli intervistati. Alcuni perché hanno difficoltà di relazione con gli imprenditori locali, altri perché tali prodotti non sono gestiti direttamente dai loro fornitori, altri ancora per difficoltà di reperimento. La filiera corta, infine, sarebbe troppo cara per il 41% del campione.
POTREBBERO INTERESSARTI ANCHE
17/01/2025
Bilancio positivo per la produzione di Asti Spumante e Moscato d’Asti, che a fine 2024 ha superato il tetto di 90 milioni di bottiglie in linea con la performance dell’anno precedente. A...
16/01/2025
La tendenza del low alcol non accenna a fermarsi: secondo un recente report dell'IWSR - International Wine & Spirits Research, entro il 2027 si prevede che il segmento "low" cresca del +6% nei...
15/01/2025
Paola Donelli è la nuova Frontline Activation Marketing Director di The Coca-Cola Company per Italia e Albania. Nella sua nuova veste, dovrà coordinare il team che gestisce le strategie di...
14/01/2025
Nuovi pack dei succhi di frutta Yoga, nuova gamma di polpe Triangolini Valfrutta ed edizione speciale dei Frullati Veggie: sono solo alcune delle novità che Conserve Italia porterà alla 21ª...
Quine srl
Direzione, amministrazione, redazione, pubblicità
Via Spadolini 7 - 20141 Milano
Tel. +39 02 864105 | Fax +39 02 72016740 | P.I.: 13002100157
Copyright 2025 - Tutti i diritti riservati - Responsabile della Protezione dei Dati: dpo@lswr.it