Il settore agroalimentare si conferma sempre più come un componente strategico per l’economia italiana, raggiungendo un valore complessivo di 250 miliardi di euro, ovvero circa il 15% del PIL dell`intero Paese. È quanto emerge dalla ricerca di Deloitte, pubblicata da Slow Food Editore e che ha coinvolto numerosi rappresentanti del mondo accademico e imprenditoriale.
Il valore dell`export ha superato i 30 miliardi di euro, grazie alla visibilità raggiunta dai prodotti e alle innovazioni, oltre che per la qualità che caratterizza i prodotti "made in Italy".
• Il settore agroalimentare italiano, con oltre 880 mila aziende e almeno 1,7 milioni di addetti, può puntare a divenire un settore chiave per lo sviluppo di una cultura che crea occupazione e valore.
• Il settore agroalimentare in Italia ha un valore complessivo di 250 miliardi di euro (15% del PIL) ma che, ponendo attenzione alle regole d’oro individuate da Deloitte, può crescere ancora e dare lavoro a molti più addetti.
• La proprietà nella grande maggioranza dei casi fa capo a persone fisiche o a vere e proprie family business che conducono l’attività con successo e dedizione.
• Le sfide più importanti che le aziende dovranno affrontare nel prossimo futuro saranno l’internazionalizzazione delle vendite, la costruzione e/o la valorizzazione di marchi propri e la gestione del passaggio generazionale
• I principali bisogni avvertiti dagli operatori dell’agroalimentare sono una maggiore visibilità, la necessità di nuova finanza e la riorganizzazione dei processi produttivi e di filiera
• Queste le 5 regole d’oro individuate da Deloitte per gli imprenditori e le imprese da perseguire nel prossimo futuro:
1. Saper affiancare tradizione e innovazione
2. Gestire i passaggi generazionali e le trasformazioni organizzative
3. Valorizzare i prodotti e internazionalizzarli
4. Ripensare ai processi produttivi anche ampliando la gamma prodotti
5. Gestire gli aspetti finanziari come cruciali per lo sviluppo
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