Kimbo, azienda campana dal 1963, da piccolo bar oggi può contare su un fatturato di ben 170 milioni di euro; basti pensare agli ultimi due anni dove l’incremento dei volumi venduti in Italia e all’estero è stato del 20%, e c’è una previsione di crescita anche per il 2013.
Oggi, nel mondo del caffè, la quota di mercato nazionale di Kimbo è seconda soltanto a Lavazza e, per un`azienda di 50 anni da compiere proprio a marzo, gestita da figli e nipoti... è una grande soddisfazione.
Nonostante i duri colpi della crisi si siano sentiti anche nel mondo del caffè, Kimbo ha guardato oltre puntando su strategie di mercato fuori dall`Italia, dove il caffè espresso, un po’ come è successo per il vino, è diventato un prodotto di moda. Infatti, il mercato ha reagto bene e l`export per la società napoletana rappresenta il 15% del fatturato complessivo.
Oggi Kimbo sta ampliando in modo capillare la propria distribuzione sui mercati strategici come Francia, Gran Bretagna e Germania, ma anche oltre l’Europa, puntando su Usa, Canada, Australia e Sud Africa. Primo mercato è la Francia, caffè Kimbo è servito in più di 11mila locali, poi c’è il Regno Unito che, dopo Italia e Francia, è il terzo mercato di riferimento. Qui, nella patria del tè, attraverso la consociata Kimbo-Uk, dal 2011 si è entrati nel canale della distribuzione di bevande per il canale "horeca" con ottimi risultati.
Una crescita che non tocca solo il mercato estero, ma che coinvolge anche quello italiano: basti pensare all`accordo con Autogrill, che vedrà il marchio Kimbo presente su tutte le autostrade nazionali, nelle stazioni e negli aeroporti delle principali città europee. Inoltre, altra tappa importante, è il mercato delle macchine da caffè per uffici.
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