Vedono nero i ristoratori italiani per le prossime festività in termini di coperti e fatturato. A Pasqua i clienti che consumeranno fuori il pranzo saranno 4 milioni, in calo del 2,8% rispetto allo scorso anno e spenderanno 162 milioni di euro (-4,3%), mentre a Pasquetta saranno in 2,5 milioni (-1%) per un valore di 96 milioni di euro (-2,7%).
È quanto emerge da un sondaggio dell`Ufficio Studi della Fipe, la federazione italiana pubblici esercizi aderente a Confcommercio, su un campione di 57.550 ristoranti.
«Siamo ancora in piena tempesta - commenta Lino Stoppani, presidente Fipe - e non riusciamo a vedere la luce. Attendiamo con ansia il piano nazionale del turismo e soprattutto un Governo che sappia impostare una buona politica turistica per il nostro paese».
Il raffronto con il periodo pre-crisi, indica che la propensione degli italiani a trascorrere le feste al ristorante si è ridotta del 5,7% sul 2009, con un calo di 390 mila persone.
Molti i ristoranti aperti che approfittano della Pasqua per riaprire i battenti, ma per il 55,4% la Pasqua sarà peggiore di quella del 2012 ed è già tanto che il 38,5% si aspetti di ottenere lo stesso risultato. I più pessimisti sono i ristoratori del Nord e del Sud, favoriti quelli del Centro per effetto del turismo internazionale religioso verso Firenze e Roma alimentato dalla recente nomina di Papa Francesco.
E se il maltempo è in genere un deterrente per il turismo, i ristoratori sperano invece in una Pasquetta piovosa tale da far preferire il ristorante alla classica scampagnata. A vincere, dunque, è solo la tradizione dei menu rigorosamente "tutto compreso", 40 euro il prezzo medio a Pasqua e 30 a Pasquetta, dove dominano la pasta fatta in casa, i ravioli e i risotti; l`agnello e` ancora il secondo piatto piu` ricorrente da Nord a Sud, anche se qualcuno opta per il pesce. Regina dei dessert e` sempre la colomba guarnita di gelato o cioccolato, ma con una forte presenza di dolci del territorio.
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