La crisi ha preso in contropiede anche la ristorazione autostradale. Con un traffico 2012 calato mediamente del 7% rispetto a un 2011 già critico, gli operatori hanno chiesto alle società autostradali una rinegoziazione degli importi fissi previsti come royalty dai contratti siglati ormai una decina d`anni fa.
Finora hanno ottenuto solo qualche incontro. La partita resta quindi incerta e la posta è più alta della rinegoziazione: quest`anno scadono molti contratti e, se le condizioni non cambieranno, i gestori autostradali rischiano di vedere deserte molte gare per la riassegnazione del servizio (come già accaduto in qualche circostanza negli ultimi mesi).
«Il livello delle royalty italiane è il più alto tra quelli dei principali Paesi europei - dice Massimiliano Dona, segretario generale dell`Unione Nazionale Consumatori, che ha presentato stamattina a Roma una ricerca dell`Istituto Piepoli su qualità e prezzi della ristorazione autostradale - 30% del fatturato, con punte del 40%. Siamo oltre il doppio della media europea. Dall`altro capo della classifica europea la Francia, con quote dal 2 al 7% e qualche punta al 10%. La Gran Bretagna è sul 15%, la Spagna tra il 10 e il 13%».
Gli operatori chiedono anche un intervento dell`Antitrust, per la quale stamattina ha parlato il direttore generale dell`area Tutela dei consumatori, Giovanni Calabrò: «Per il passato, non abbiamo alcun potere. Per il futuro, invece, stiamo pensando di introdurre ulteriori accorgimenti rispetto a quelli che adottammo già nel 2000, quando stabilimmo le condizioni per l`ingresso del gruppo Benetton come operatore dominante sia tra i gestori di autostrade sia tra nella ristorazione in viaggio. All`epoca, per l`assegnazione dei contratti nelle aree di servizio, imponemmo gare separate per ciascuna area (tra distribuzione carburanti e ristorazione) e gestite da un advisor esterno, senza diritto di prelazione da parte del gestore precedente. Ora si può pensare a royalty non più fisse ma variabili (in base al venduto, ndr), ma comunque prestando attenzione agli aspetti quantitativi».
Nel frattempo - hanno denunciato gli operatori intervenuti al dibattito di stamattina - la crisi non ha solo diminuito il traffico, ma anche cambiato le abitudini di chi continua a viaggiare in autostrada: si è tornati all`abitudine di 30-40 anni fa di portarsi il cibo da casa e consumarlo nel piazzale dell`area di servizio, utilizzando i soli servizi igienici. Una conferma indiretta viene dai risultati della ricerca dell`Istituto Piepoli: i clienti intervistati (la maggior parte viaggiava per vacanze) si è detta soddisfatta dei servizi, ma non dei prezzi.
Fonte Il Sole 24 Ore
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