Fipe, la federazione italiana pubblici esercizi aderente a Confcommercio, ha presentato, in occasione dell`inaugurazione della rassegna internazionale dell’agroalimentare Sol&Agrifood al Vinitaly, uno studio che pone in stretta relazione la qualità della ristorazione e la spesa agricola.
Secondo lo studio, infatti, si evince che il livello qualitativo della ristorazione sia proporzionale all’accrescimento della spesa per le materie prime, come la percentuale dei costi complessivi che i ristoranti italiani impiegano per la spesa alimentare, varia a seconda della qualità dell’esercizio, dal 27% in media fino a raggiungere il 33%.
E così la ristorazione si conferma come ottima risorsa nell’incremento del settore agroalimentare. Gli stessi ristoratori provano a destinare sempre maggiori risorse economiche alla qualità delle materie prime. Spesso, per fare ciò, scelgono canali di acquisto diretti per il rifornimento di prodotti quali olio d’oliva extravergine, vino e formaggi, tutti prodotti d’eccellenza ma dai prezzi e dalla reperibilità spesso problematici.
Il canale ingrosso, invece, resta il punto di riferimento per l’acquisto di pesce, carne e dell’assortimento in generale di alimenti. A questo proposito, lo studio ha evidenziato la necessità dei ristoratori di alcune migliorie riguardo alle competenze dei fornitori (è il 61% a pensarlo), alle informazioni sui prodotti (54%), alla opportunità di assaggiare il prodotto prima dell’acquisto (40%) e alla trasparenza dei prezzi (42%). In ultimo, è emerso l’auspicio che le piattaforme tecnologiche possano diventare strumento di facilitazione nell’incontro tra produttori e ristoratori.
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