In Turchia stretta sugli alcolici: vendita di bevande alcoliche vietate vicino a moschee e scuole, no alla pubblicità, liquori oscurati in film e soap opera, multe fino a 230mila euro: «La rivoluzione islamica è in marcia», ha commentato preoccupato un lettore laico di Hurriyet, il quotidiano che rappresenta una bandiera del secolarismo in Turchia.
«Una versione alcolica del maccartismo», ha rincarato la dose Mehves Evin, editorialista del giornale turco Milliyet, bollando come antidemocratica la legge approvata venerdì mattina dal Parlamento di Ankara. La notizia ha provocato un piccolo terremoto finanziario anche sulle società del settore: le azioni del produttore di birra turco Anadolu Efes sono scese di oltre il 7,2% e quelle della Turk Tuborg hanno perso quasi il 2%. In tempi rapidissimi, solo 48 ore dal voto in commissione, la plenaria del Parlamento di Ankara ha approvato venerdì il nuovo giro di vite contro l`alcol proposto dal partito islamico moderato Akp del premier Recep Tayyip Erdogan. L`opposizione laica del Chp, non ha perso tempo e ha accusato il capo del governo di avere una «agenda islamica nascosta per il Paese». Ma il partito islamico ha la maggioranza assoluta in Parlamento. «Nessuno può essere obbligato a bere o non bere: questa è una imposizione religiosa e ideologica», ha commentato dopo il voto il deputato socialdemocratico Musa Cam.
Nelle ultime settimane ha suscitato già una tempesta di polemiche la decisione della compagnia di bandiera Turkish Airlines di non servire più alcolici su molti voli domestici Per molti turchi laici, la libertà di bere o meno alcol è ora una sorta di simbolo del rispetto del secolarismo dello stato fondato nel 1923 da Mustafa Kemal Ataturk, il padre della Turchia moderna. L`Islam, infatti, vieta il consumo di alcol. Ma il premier Erdogan ha negato di avere agito per ragioni religiose, dicendo di aver voluto invece proteggere i giovani da abusi e consumi smodati. «Cerchiamo di creare una generazione forte, sana e preparata. Non vogliamo vedere i nostri giovani andare in giro ubriachi giorno e notte», ha replicato alle critiche dell`opposizione. Insomma sarebbe, secondo l`Akp, il partito al governo in Turchia, una norma per salvaduardare la salute dei giovani che rieccheggia quelle normative in vigore in alcuni paesi europei, fra i quali la Finlandia e la Gran Bretgana, che limitano la vendita di bevande alcoliche dopo una certa ora della sera o durante eventi sportivi che potrebbero far scatenare tafferugli tra tifoserie.
La nuova legge turca, inoltre, mette al bando la pubblicità per l`alcol, ne vieta la vendita e il consumo nei locali situati entro 100 metri dalle 90mila moschee del paese e dalle decine di migliaia di scuole, lungo strade e autostrade, nelle residenze studentesche, in ospedali, club sportivi, istituti educativi. Limitate deroghe sono state previste per i locali che hanno già licenze e nelle zone turistiche. È inoltre vietata ovunque la vendita nei negozi dalle 22 alle 6 del mattino e nei distributori automatici. «La vendita è vietata durante la preghiera della notte ma non per quella del mattino», ha ironizzato un deputato curdo. I produttori, inoltre, dovranno inserire sulle etichette chiari avvertimenti sui rischi per la salute, non potranno sponsorizzare avvenimenti musicali o culturali. Sarà vietato "sublimare" il consumo di alcol in film e serial tv. Le immagini che mostrano vino e liquori saranno offuscate, le bottiglie non potranno più essere esposte in vetrina. Per chi non rispetterà i divieti scatteranno multe fino a 220mila euro.
Erdogan, personalmente molto religioso, convinto salutista nonché sportivo praticante come giocatore di calcio, ha proclamato il mese scorso l`ayran (yogurt salato diluito con acqua) "bevanda nazionale turca" al posto del raki, il liquore tradizionale all`anice. La nuova legge potrebbe, per esclusione, aiutarlo in questo intento. La Turchia ha avuto nel 2010, secondo i dati Ocse, un bassissimo consumo di alcol, pari a 1,5 litri annui a persona, in calo del 17% dal 1980, una cifra che la posiziona all`ultimo posto su 35 Paesi membri dell`Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo. La media di consumo di alcol in Finlandia è più di sei volte di quello censito in Turchia, mentre la media dell`Unione europea è di 10,7 litri all`anno.
Fonte Il Sole 24 ORE
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