Nell’era del web e dei master in economia, marketing e scienze della comunicazione, tutti ci dicono che nel panorama lavoro spiccano professioni di alto profilo, ultra settorializzate in campi come tecnologia e affini.
Ma a ben vedere, nessuno lo aveva detto così esplicitamente, fra ingegneri e sviluppatori c’è un revival dell’artigianalità, nel particolare artigianalità del cibo e del bere. È curioso, infatti, vedere come il settore alimentare e del fuori casa cerca sempre più figure legate a vecchi mestieri, oggi divenuti più dimanici e più creativi che mai, legati ai nuovi concetti di formazione continua e professionalità (ricordiamo che Fipe ha denunciato la necessità di 6000 pizzaioli in Italia). Dunque “vanno forte” lavori come il pizzaiolo, il panettiere, il mastro birraio, il norcino (chi macella il maiale e ne lavora le carni), l`affinatore di formaggi e il responsabile di sala del ristorante.
E visto che tali figure sono altamente cercate, l`Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo ne vuol fare figura altamente formate e avvia i primi corsi di Alto Apprendistato della durata di circa un anno. Fra aula e pratica in bottega, si studia antropologia, diritto alimentare, chimica, biologia, botanica, nutrizione. I 10 mesi di apprendistato si svolgono presso laboratori artigianali selezionati da Slow Food e dall’Università.
Per informazioni:
www.unisg.it/apprendistato/presentazione/
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