Fino a quando continueremo a parlare di crisi, la crisi non sarà finita. Per alcuni, più se ne parla e peggio è. Probabilmente non hanno tutti i torti. E allora, perché non parlare del fatto che proprio nei momenti critici e nelle fasi di cambiamento possono nascere nuove opportunità?
Bisogna però saper leggere e comprendere il cambiamento. Operazione questa non sempre facile e automatica, in special modo per quanto concerne un mercato complesso e articolato come l’Ho.Re.Ca. Pertanto, se i punti vendita si adattano alle difficoltà mutando in parte la loro offerta, a volte peggiorandola, anche la distribuzione - naturale prosecuzione della filiera - è obbligata ad adattarsi alle diverse condizioni che il contesto impone. Una condizione che da qualche tempo sta ingenerando una sorta di ibridazione del canale distributivo. È questa l’opportunità figlia del cambiamento?
È presto ancora per dirlo, ma sono sotto gli occhi di tutti alcune, per così dire, trasformazioni. Ad esempio, alcuni gruppi consortili storicamente vocati all’Ho.Re.Ca. si sono alleati con centrali di acquisto della distribuzione organizzata; altri hanno strategicamente attuato partner-ship nel settore vending. Dall’altra parte, invece, ci sono gruppi fortemente inseriti nella D.O. che con le loro acquisizioni hanno conquistato spazio e mercato anche nella distribuzione Ho.Re.Ca..
Senza contare le multinazionali della G.D.O. che con i loro Cash&Carry, esulando dal loro storico modo di operare, cominciano ad organizzare anche il servizio consegne, entrando in questo modo ancor più in diretta concorrenza con i distributori cosiddetti tradizionali.
Insomma, non possiamo non riflettere che è in atto un mescolamento che rende il canale distributivo sempre più misto, vario, quasi meticcio. Un’evoluzione imposta dalla crisi dei consumi e in qualche modo alimentata anche dall’industria di produzione che, pungolata dall’esigenza di mantenere i propri volumi di vendita, non sempre ha chiare politiche commerciali nel rapportarsi con i diversi soggetti della filiera. Specie quando gli interlocutori mutano.
Un cambiamento la cui analisi meriterebbe sicuramente uno spazio ben più ampio di questo editoriale. Un cambiamento, tuttavia, che non deve essere né temuto, né subito. I grossisti di bevande hanno tutti i numeri e le carte in regola per conservare la loro identità e competere anche in un contesto di repentina trasformazione. Possono certamente ancora dire la loro in questo tempo confuso e spurio e, facendo leva sui loro storici e sempre validi punti di forza, trovare nuove e concrete opportunità. Presidio del territorio, conoscenza del mercato e delle specifiche esigenze della clientela, capacità gestionali non si possono improvvisare. Il prezzo, seppur rappresenti una leva importante in un contesto critico come quello che stiamo vivendo, non può da solo fare la differenza in un mercato come l’Ho.Re.Ca. che ha esigenze ben più ampie ed eterogenee.
Bene, e ora veniamo ad Italgrob.
È stata avviata e sta girando a pieno regime la macchina organizzativa della terza edizione dell’International Horeca Meeting, a Roma i prossimi 9-10-11 Febbraio 2014. La manifestazione, data la sua importanza e la sua riconosciuta centralità, sta già registrando uno straordinario interesse da parte degli addetti ai lavori. Convegni, Business, relazioni, prodotti novità e tanto altro ancora. Soprattutto l’IHM sarà nuovamente la perfetta occasione per ritrovarci ancora insieme e, perché no, cercare di comprendere il cambiamento in atto per andare cogliere le opportunità che contiene.
È un’occasione da non perdere. Vi aspetto numerosi!
Giuseppe Cuzziol
Presidente Italgrob
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