22 Novembre 2013

La crisi porta i consumi agli anni `60. Per Unioncamere il calo è di 2mld nel 2013


Meno merendine e bibite gassate e più dolci fatti in casa: gli italiani, secondo uno studio di Unioncamere - risparmiano sul cibo e hanno ridotto la spesa di due miliardi l`anno. Nel 2013 la spesa alimentare dovrebbe tornare ai livelli degli anni Sessanta mentre nel 2014 è attesa una stabilizzazione dei consumi. L`associazione si attende, dopo un periodo di bassa inflazione, una ripresa dei prezzi di circa mezzo punto nei prossimi 6-9 mesi a causa dell`aumento dell`Iva.

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Notizie confermate anche da un`indagine del Codacons che si concentra sul prossimo Natale. Che sarà di austerity, con una contrazione dei consumi tradizionale di 7,5%. Nelle intenzione della famiglia spiccano riduzioni di spesa per abbigliamento e calzature (-11%), arredo per la casa (-10%), viaggi (-8,5%) e ristorazione (-8%). Andrà meglio, invece, per i comparti giocattoli, elettronica e hi-tech e alimentari, settori per i quali le famiglie al momento non intendono applicare tagli drastici. 

logo_Unioncamere.jpgL`indagine di Unioncamere spazia invece sugli ultimi sei anni, quelli di crisi. Secondo l`Indis, Istituto dell`Unioncamere specializzato nella distribuzione dei servizi, gli italiani hanno cambiato le abitudini di consumo. Sono più cauti nella spesa e più attenti agli sprechi. Oggi, un italiano su due compra solo l`essenziale, acquista facendo ricorso a promozioni e offerte, riscoprendo il valore della cucina domestica e delle attività amatoriali di coltivazione e cura del verde. Uno su tre ha addirittura ridotto le quantità, cioè compra semplicemente di meno. L`insieme di queste strategie di risparmio permette alle famiglie italiane di ridurre la spesa alimentare di oltre 2 miliardi all`anno, e in pratica di sterilizzare completamente l`aumento dei prezzi alimentari. L`inflazione comunque, secondo lo studio, anche nel 2014 dovrebbe mantenersi sotto il punto e mezzo percentuale.

Ferruccio_Dardanello.jpg«La crisi - commenta il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello - ha indotto tante famiglie italiane a industriarsi in mille modi per ridurre il costo della spesa e far quadrare i bilanci a fine mese. Sarebbe auspicabile ora individuare strumenti in grado di sostenere i redditi per non alimentare una spirale deflattiva». Dall`inizio della crisi, le famiglie hanno messo in campo una serie di accorgimenti alla ricerca del risparmio: dal nomadismo commerciale e la caccia alle promozioni fino allo spostamento verso i prodotti a marchio del distributori. Ma nell`ultima fase, a queste azioni si sono aggiunte la lotta agli sprechi alimentari e la rinuncia ai prodotti non strettamente necessari. Sono stati penalizzati i prodotti non fondamentali come i dolci e le merendine, sostituite, secondo la ricerca, da prodotti fatti in casa. Battuta d`arresto nelle vendite è stata registrata dalle bevande gassate ed in particolare le cole ma anche per il vino e l`olio di oliva.

Sono diminuiti I pasti extra-domestici (-2,5%) mentre si riduce la produzione pro-capite (passata dai circa 550 chilogrammi del 2006 ai 502 del 2012). Inoltre, circa 7,4 milioni di italiani (14,6% della popolazione maggiorenne) sono impegnati in attività amatoriali di coltivazione e cura del verde (oltre il 17% di questi hanno iniziato negli ultimi cinque anni, proprio in coincidenza con l`avvio della crisi economica).

Fonte ANSA

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