13 Dicembre 2013

2014. L`anno della chiarezza e del buonsenso


Il mercato Ho.Re.Ca. assomiglia sempre più ad un Far West dove vige la legge del più forte, o del più furbo, e dove prevarica chi spara per primo. I segnali di confusione sono sempre più evidenti in special modo a danno di chi è al centro della filiera, ovvero il distributore che è costretto a subire i colpi e i contraccolpi degli operatori a valle e di quelli a monte.

Partiamo dal monte, dall’industria di cui non possiamo non sottolineare, ancora una volta, le sue poco lineari politiche commerciali. Non vale per tutta l’industria è chiaro, però succede, purtroppo. Succede, e questo è un dato di fatto, che spinti dall’incombenza e presi dall’ansia di raggiugere gli obiettivi di vendita (magari sotto trimestre), alcuni produttori, buttano sul mercato tonnellate di merce con promozioni mai viste prima. Liberissimi di farlo, certo, ma guarda caso tali attività sono quasi sempre a favore del canale moderno, e tale mossa automaticamente ribalta di punto in bianco i prodotti sul mercato tradizionale a prezzi sconsiderati. Sicché quel distributore che qualche giorno prima, in piena buona fede, aveva caricato la merce a prezzo normale si ritrova con il deposito pieno e un listino fuori mercato. Se non si pone un freno a questa poco ammirevole pratica, non osiamo pensare cosa potrà succedere in occasione del prossimo periodo di festività, dove i più potrebbero pensare di recuperare, con attività eticamente discutibili, quei volumi persi in un anno difficile e negativo.

A ciò va aggiunto che, sempre talune industrie, snobbano a volte con una certa supponenza gli impegni presi con i distributori. Delle due, l’una: o i distributori indipendenti di bevande per costoro contano come il due di picche, oppure non hanno la minima cognizione di quello che fanno. Nell’uno e nell’altro caso non ci fanno certo una figura esemplare. I leader devono essere grandi anche nell’etica. O no? Fortunatamente non tutti gli industriali agiscono come dei cow boy. Va detto e sottolineato che l’industria nel suo complesso subisce, come tutti, i morsi della crisi, ma continua a credere nella categoria dei distributori indipendenti. Non si spiegherebbe altrimenti la convinta partecipazione di gran parte della stessa al prossimo International Horeca Meeting.

Ma torniamo al Far West dove anche i piccoli produttori ci mettono del loro. Giunge notizia che alcuni birrifici artigianali, (fenomeno in fortissima crescita) specie al Nord hanno preso la cattiva abitudine di fornire ai loro clienti birra confezionata nei fusti dell’industria di marca. Un danno, sia per il distributore, magari proprietario dell’impianto, che del produttore titolare dei fusti. La responsabilità dei locali che consentono di usare per tale commercio i fusti non di loro proprietà è del tutto evidente. Come è evidente che nel bailamme in cui versa il mercato, gli esercenti (alcuni, ma comunque numerosi) con i loro prezzi di vendita alquanto alticci, alla faccia della congiuntura, non favoriscono per nulla consumatori e consumi. Ma a sentire le associazioni di categoria loro fanno solo il proprio mestiere: "Il mercato è libero!". Ma non è libero quando di punto in bianco chiudono (non tutti fortunatamente, ma avviene con pericolosa frequenza) l’attività lasciandosi alle spalle una montagna di debiti, la maggior parte dei quali (guarda un po’) verso quell’imprudente e sprovveduto che si occupa di distribuzione. Alla faccia ovviamente dell’Art. 62 che per le Federazioni dei P.E. non è mai esistito, ed è solo un numero buono da giocare al lotto. Che ci volete fare, nel Far West ognuno si fa una propria legge come meglio gli conviene.

I distributori di bevande non chiedono troppo, chiedono solo e solamente il giusto. E allora come riportare ordine? Come stabilire poche regole e farle rispettare? Ci vorrebbe uno sceriffo? No, occorre solo un minimo di correttezza e un briciolo di buon senso. E, considerando che il nuovo anno si preannuncia ancora in salita, sono graditi anche gli auguri, quelli veri e sinceri però, ne abbiamo tutti bisogno.

Buon 2014

Dino Di Marino

Direttore Generale Italgrob

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