Secondo il rapporto Ciset (Centro Internazionale di Studi sull’Economia Turistica): un turista internazionale che sceglie di acquistare un pacchetto per un tour in Italia spende, in media, 1.054 euro per il pacchetto, di questi 388 Euro, il 42% circa va alla ristorazione, il 40% allo shopping, il 7% ai trasferimenti locali, l’8% alle altre spese.
Il ministro per i Beni e le Attività culturali, Massimo Bray, presente all`inaugurazione dell`edizione 2014 della Bit, la Borsa internazionale del Turismo che lo vedeva per l`ultima volta nei panni di ministro, (almeno stando alle cronache giornalistiche in preparazione del governo di Matteo Renzi), ha aperto la Bit con queste profetiche parole: «Non è un problema personale. Chiunque sarà al Governo porterà avanti il lavoro fatto sinora».
Speriamo... anche se molte cose andavano ancora definite a cominciare dal varare il decreto "Valore Turismo", con la definizione di punti importanti che vanno dal rafforzamento dell`Enit alla promozione digitale della destinazione Italia, sino agli sgravi fiscali e burocratici per hotel e strutture ricettive. Ma ora speriamo bene e ci aggrappiamo proprio ad altre parole pronunciate dal ministro Bray alla Bit: nei prossimi 5 anni, ha detto il ministro, «il settore può arrivare a un fatturato di 180 miliardi di euro e creare 500mila nuovi posti di lavoro».
Tuttavia la situazione attuale non è tutta rosea. Il Ciset (Centro Internazionale di Studi sull’Economia Turistica) dell’Università Ca’ Foscari Venezia, per conto di Confturismo-Confcommercio ha presentato alla Bit un’analisi sul valore del Sistema turistico italiano all’appuntamento con l’Expo 2015: dalla spesa degli stranieri all’analisi della filiera. Il rapporto dice che meno della metà della spesa dei turisti stranieri arriva in Italia. Il resto arricchisce le economie estere. Ovvero, dei 5,7 miliardi di euro di fatturato generato dalla vendita di pacchetti ai turisti stranieri, solo 2,7 miliardi (pari al 47,1%) rimane in Italia, mentre i restanti 3 miliardi (52,9%) vanno a remunerare la filiera estera, soprattutto tour operator e vettori.
Le buone notizie: La ristorazione si conferma strategica per l’economia del turismo in Italia. Il contributo che il turismo incoming da’ all’economia italiana è quindi ben superiore a quanto derivante dalla vendita dei pacchetti. Le spese extra pacchetto fatte a destinazione ammontano, infatti, a circa 2,1 miliardi di euro che, sommati al fatturato dei pacchetti che rimane in Italia, fanno un totale di 4,8 miliardi di euro. In particolare, un turista internazionale che sceglie di acquistare un pacchetto per un soggiorno o un tour in Italia spende, in media, 1.054 euro per il pacchetto, ma lascia sul territorio altri 388 Euro a testa di spesa extra. Di questi 388 Euro, il 42% circa va alla ristorazione, il 40% allo shopping, il 7% ai trasferimenti locali, l’8% alle altre spese (visite alle attrazioni, guide, ecc.) ed appena il 3% all’alloggio (ad esempio, notte extra prima o dopo la fine del tour).
Fonte Informa Cibo
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