Finalmente una buona notizia: il nuovo aumento delle accise sulla birra, a far data dal prossimo 1° marzo, "NON CI SARÁ". È quanto è stato deciso dalla Commissione Finanze e Affari Costituzionali Attività Produttive della Camera con un emendamento al DL Destinazione Italia.
Emendamento che di fatto blocca i rincari delle accise del 1° marzo che sarebbe dovuta salire da € 2,70 per ettolitro e per grado plato a € 2,77. Aumento che avrebbe seguito quelli già perpetrati nei mesi di ottobre, dicembre 2013 e gennaio 2014, che sarebbe stato propedeutico a quello programmato a far data gennaio 2015, che ora, alla luce di questa “logica” marcia indietro governativa, lascia sperare in un ulteriore e definitivo annullamento.
Si ricorderà, infatti, che l’improvvido ed esagerato aumento delle accise (circa il 35%) era stato "diluito" in 5 step: ottobre 2013 e dicembre 2013, gennaio 2014 (purtroppo già attuati); marzo 2014 (emendato) e gennaio 2015. Un percorso dolente, una sorta di calvario alla fine del quale le tasse sulla birra avrebbero superato un terzo del suo valore economico.
Un livello di tassazione iniquo e insostenibile per una bevanda da pasto.
Anche per questo motivo l’operazione aumento delle accise aveva visto la congiunta e convinta levata di scudi di produttori/distributori/esercenti e consumatori. A tale proposito è doveroso ricordare il tempestivo e certosino lavoro compiuto da Assobirra, la quale anche grazie alla campagna mediatica "Salva la tua Birra" ha coinvolto e convinto operatori e buongustai ad opporsi con una raccolta di firme che ha registrato ad oggi decine di migliaia di sottoscrizioni. Non da meno, il ruolo e il compito svolto in questa vicenda dagli esercenti. La Fipe (Federazione Pubblici Esercizi) nello specifico ha sempre manifestato, in ogni sede, la sua ferma contrarietà.
Anche Italgrob, in rappresentanza di tutti i distributori di bevande, parte in causa quanto e forse più dei produttori, essendo l’anello intermedio della filiera e sviluppando all’incirca il 40% del proprio fatturato con la categoria birra, ha svolto fino in fondo la sua parte di strenua oppositrice. Dalle colonne di questo portale si è scritto più volte inviando decine di migliaia di newsletter per informare, sensibilizzare, protestare. Ma non solo: in occasione del recente International Horeca Meeting (IHM) 9-10-11 febbraio 2014 a Roma, evento organizzato da Italgrob, il direttore della federazione Dino Di Marino, e lo stesso presidente Cuzziol, in diretta, in occasione del galà dell’IHM, avevano commentato sugli sviluppi del dibattito parlamentare.
«Su questa vicenda - ha commentato Giuseppe Cuzziol, presidente Italgrob - siamo doppiamente soddisfatti. In primis perché l’inutile e dannoso aumento è stato emendato. È un segnale ottimo, estremamente positivo, che registra una controtendenza e che offre più di una concreta speranza che possa saltare anche l’aumento previsto per gennaio 2015. In più - aggiunge Cuzziol - il ravvedimento governativo lascia intendere che finalmente si comincia a guardare al settore delle bevande, e nello specifico a quelle alcoliche, non più come la mucca sempre pronta da poter mungere. Considerando, poi, quanto le bevande siano parte centrale e fondamentale dei consumi extradomestici. Un mercato che con il suo milione di addetti, i suoi trecentomila punti di consumo, è uno degli assi portanti dell’economia italiana dove ospitalità, enogastronomia e ristorazione sono i positivi emblemi del made in Italy e della nostra storia. Un settore vivo e vitale che, se sgravato da inutili orpelli e balzelli, potrà contribuire, come pochi, al rilancio del nostro Paese».
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