16 Aprile 2014

Formare o riformare?


Il presidente del Consiglio Matteo Renzi, nel suo discorso alle Camere in occasione del suo insediamento, ha garantito una riforma al mese. Una promessa decisamente impegnativa con la quale il neo premier conta di dare una scossa al Paese rilanciandone l’economia. Riuscirà nella sua impresa? Non è dato sapere. Ma, al di là delle distinte fazioni politiche, la partita riguarda tutti gli italiani.

Cuzziol300.jpgSappiamo bene che non resta molto altro tempo prima che le criticità che ci assillano diventino irrimediabili. Anche per questo la scommessa di Renzi, nella sostanza, coinvolge tutto il paese. Che l’Italia abbia bisogno di riforme è fuori discussione: troppa burocrazia, troppi centri di potere, troppi baracconi improduttivi, troppo debito pubblico, troppe tasse e troppo di tutto. Le irrimandabili riforme non potranno che essere assolute e per questo molto ardue.

Ma riformare non basta: è necessario cominciare anche a fare qualcosa senza la quale ogni riforma sarà vana. Bisogna quanto prima intraprendere un serio e fattivo percorso formativo nel quale educare, preparare, addestrare e selezionare una nuova classe politica, una nuova classe dirigente che, scevra dai difetti che hanno condotto il Paese nel tunnel, si doti delle competenze necessarie per far tornare l’Italia un grande Paese recuperando il ruolo che gli spetta in virtù della sua storia e soprattutto delle sue potenzialità. Conoscenza e capacità di fare sono, pertanto, i necessari requisiti per competere, una regola questa che vale in ogni campo e in ogni situazione. Vale anche nel contesto nel quale operiamo.

E se nel canale distributivo le "riforme" vengono dettate dalle regole del mercato (ne abbiamo discusso e approfondito proprio in occasione di una tavola rotonda nel nostro ultimo IHM: "Distribuzione e consumi Horeca: cambiano i giochi?"), la formazione non può che essere l’indispensabile leva sulla quale agire per essere pronti per cogliere le sfide che verranno. Lo sa bene Italgrob, lo sanno bene i consorzi, lo sanno altrettanto bene i distributori. Il futuro sarà nostro se sapremo, senza tradire la nostra storia, la nostra vocazione, il nostro spirito di servizio, preparare al meglio le giovani leve dando loro gli strumenti formativi più appropriati. Italgrob in tal senso, e da oltre un decennio, si impegna ai più alti livelli, lo specialistico corso Horeca Distech, i centinaia di giovani lanciati in oltre 10 anni attestano l’innata vocazione alla cultura e alla formazione.

Distech2014.jpg

Ma la formazione richiede risorse. Merce sempre più rara in tempi di crisi. Per questo Italgrob lo scorso anno ha sottoscritto una peculiare convenzione con Fonarcom, un fondo nel quale stanno già confluendo una parte dei contributi INPS dei dipendenti dei distributori di bevande che hanno dato la loro disponibilità. Una disponibilità che, premetto, non costa nulla di più di quanto già si versa per ogni dipendente attraverso le contribuzioni mensili. Ma aderendo al fondo Fonarcom intestato a Italgrob si avrà la possibilità di generare delle risorse che poi potranno essere spese per fare formazione. Non facendolo, quella quota viene spesa in altro modo, da un altro qualsiasi ente. In sostanza sono soldi persi. A oggi sono già centinaia i distributori colleghi che hanno preso parte al progetto, tanto che il gruzzolo disponibile per la formazione continua a lievitare.

Ma si può fare ancora di più. Pertanto, invito tutti i colleghi a contattare la Federazione o il loro consorzio di riferimento. Aderire al fondo Fonarcom non costa nulla, ma le risorse e i benefici che si potranno ottenere valgono molto. Consapevoli che la formazione è un bene prezioso, indispensabile per guardare al futuro con più fiducia.

Giuseppe Cuzziol
Presidente Italgrob

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