16 Giugno 2014

Luca Torricelli, chef campione del mondo


Profeta in patria? Per una volta forse sì. Barilla incorona il modenese, che lavora in Svizzera, per i suoi spaghetti con gamberi e Mojito. Per il modenese Luca Torricelli, 28 anni, la consacrazione come superchef fuori dai confini nazionali è arrivata con il titolo di “Pasta World Champion 2014”, il concorso internazionale della Barilla che vede al centro di ogni preparazione il piatto principe della gastronomia italiana.

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Nella foto: Luca Torricelli premiato da Paolo Barilla

Luca Torricelli, cresciuto a tortellini e gnocco, ha voluto strafare portando alla selezione finale una ricetta tutta sua che è una concessione agli ambienti in cui lavora ogni giorno. Assieme a 25 colleghi provenienti da tutto il mondo ha preparato a Parma, sede del concorso, gli "Spaghetti con gamberi rossi di Sicilia al Mojito". A premiarlo è stato Paolo Barilla, vicepresidente del gruppo, che gli ha consegnato il titolo di campione del mondo della pasta. «Da due anni - racconta - sono sposato con Giuliana, che è siciliana e quindi mi è sembrato giusto portare in un piatto i sapori dell’isola. Ma il dolce del crostaceo l’ho unito all’aroma di un cocktail che qui in Svizzera va fortissimo».

Già, il giovane Luca da cinque anni è ospite fisso della vicina confederazione e lavora a cinque km da Lugano, al ristorante "L’argentino" di Breganzone, dov’è stimato e apprezzato per la sua creatività e l’attaccamento a sapori robusti, senza voli pindarici da nouvelle cuisine: insomma, sapore e gusto prima di tutto. Si è inserito bene nel Canton Ticino, ed è socio di rango del locale Circolo Chef di Cucina. Ma come ha fatto in soli nove anni ad arrivare all’empireo della gastronomia-spettacolo? «In casa - dice - c’era una forte attenzione a tutto quello che riguardava il cibo. Seguivo mia madre Caterina quando preparava da mangiare e mio fratello Roberto, che al mercato di via Albinelli ha un banco di formaggi. Così a 14 anni ho salutato tutti, anche l’altro fratello Stefano, e ho preso la strada per Serramazzoni dove ho frequentato lo Ial. Lì mi sono diplomato e subito dopo ho preso anche il diploma europeo, l’Eurodhip. La scelta di andare all’estero è arrivata di conseguenza».

La prima tappa è stata il ristorante "Gavroche" a Londra per qualche mese, un due stelle Michelin che a dispetto del nome ispirato al giovane eroe del romanzo di Victor Hugo "I miserabili", offriva menù dai 100 ai 1000 euro come se niente fosse. «Una volta - ricorda divertito Luca - ho visto comprare una bottiglia di vino francese da collezione, della fine del ’700: 58 mila euro». Capito grossomodo come funzionava il passaparola tra i facoltosi clienti Torricelli ripassa da Modena: il Pescado a Fiorano, poi Milano Marittima e Canazei, poi di nuovo a Modena, all’ Erba del Re di Luca Marchini e infine le cucine del Fini in S. Francesco, appena prima del tracollo che ha strappato dalla Ghirlandina il vessillo storico della cucina tradizionale. «Scelsi di girare, in Francia soprattutto - continua - Facevo amicizia coi cuochi, ero rilassato perché ero in vacanza e ho potuto documentarmi senza limiti di tempo. Poi arrivò la chiamata dello chef di Fini, un mio collega, che si era sistemato a Breganzone. Mi trovai bene e sono restato». Lo chef di lungo corso, da buon modenese, vuole mettersi in proprio e apre un ristorante tutto suo a Lugano. Il giovane delfino resta padrone del campo e non lo ferma più nessuno. Da poche ore è campione del mondo di pasta. Gli obbiettivi futuri? «Qui sto bene - dice - Il mio locale ha ottenuto l’Eccellenza con Trip Advisor negli ultimi due anni».

Fonte Gazzetta di Modena

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