07 Novembre 2014

Anche Italgrob contro l`aumento delle accise


Di-Marino.jpgNon è la prima volta che scriviamo e pubblichiamo tutta la nostra contrarietà all’indebito aumento delle accise sulla birra e vini liquorosi previsto dal prossimo 1° gennaio 2015.

Un aumento ingiustificato, direi pure inutile, per le finalità che il Governo punta a perseguire. Stiamo parlando di qualche milione di euro, quando se ne potrebbero recuperare venti volte di più se solo si mettesse mano seriamente a una rivisitazione della spesa pubblica, eliminando tutti gli sprechi e le inefficienze. Un aumento, quindi, poco utile alla causa del Paese, ma che diventa del tutto inutile, anzi diremmo deleterio, per la filiera Ho.re.ca.. Conosciamo tutti e bene il valore del mercato della ristorazione extradomestica il quale, seppur condizionato dalla crisi, resta pur sempre uno dei pilastri dell’economia italiana: oltre 300mila punti di consumo che danno lavoro a un milione di persone. In questo mercato, nel quale lavorano autentiche eccellenze, le bevande hanno uno spazio fondamentale.

Bottiglia-accise.jpg

E allora, perché in questa Italia che produce e lavora, andare a colpire i prodotti popolari come la birra e il vino? La birra, poi, per gli esercenti Ho.re.ca. è un prodotto assolutamente strategico, la FIPE (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) dichiara che vale almeno il 12% degli incassi dei locali. Perché andare a fustigare ancor di più, parliamo della birra, un prodotto che da luglio a settembre di quest’anno ha registrato vendite in calo del 26% e sul quale, già ora, più del 30% del suo valore fra iva e accise, viene "bevuto" dallo Stato?

Una tassazione assurda fra le più alte in Europa che per gli alcolici come grappa o brandy erode fino al 60% della marginalità. Per un governo che parla di rilancio dell’economia e di sostegno alle imprese è un comportamento assolutamente contraddittorio, che stride con una politica che promette un’Italia pronta a ripartire. Quello delle accise è un aumento che inibirebbe la ripresa e che contribuirebbe all’aumento della disoccupazione: fra industria birraia e vinicola, comprese le aziende di distribuzione, sono a rischio almeno 12.000 posti di lavoro. Un aumento che farà calare i consumi (quelli del vino sono stimati in un -9,4%) e impoverirà un intero comparto che, certamente e diversamente, potrebbe recitare un ruolo importante per la ripresa promessa da un Governo che parla di alleggerire la tassazione e di fatto, come in questo caso, l’aumenta.

Va anche sottolineato che, tale aumento, oltre ad essere punitivo per i produttori e gli esercenti, sarebbe un’autentica nefandezza per gli operatori della distribuzione che la Federazione Italgrob rappresenta. È evidente che gran parte dei 1700 distributori italiani subirebbe danni notevolissimi dall’aumento delle accise. Con consumi e vendite in calo si metterebbe in ginocchio definitivamente una categoria che è il nucleo vitale, la cinghia di trasmissione del mercato del fuoricasa e che dà sempre crea valore e funge da ammortizzatore economico della filiera.

Una categoria, è opportuno sottolinearlo, che versa fior di milioni in imposte dirette e non ha mai inciso sulle pubbliche casse: tanto per fare un esempio, ai dipendenti dei distributori italiani la cassa integrazione non spetta.

Annotiamo con piacere che in questo nostro appello contro le accise sulla birra e bevande alcoliche, non siamo soli.  Leggiamo delle prese di pozione di Assobirra, con la quale abbiamo in passato sostenuto con i nostri mezzi di comunicazione (la rivista specializzata GBI e il portale italgrob.it) la campagna “Salva la tua birra”, con la quale saremo pronti a sostenere le future campagne; leggiamo il dissenso di Federvini e della stessa FIPE (Federazione Italiana Pubblici Esercizi), inoltre, registriamo le rimostranze di importanti industrie liquoristiche e, pertanto, ci conforta sapere che in questa battaglia i distributori Italiani non sono soli.

Auspichiamo che, da parte delle associazioni di categoria e dei produttori coinvolti in questo balzello, vi sia una maggiore e più sinergica attività per contrastare questo paventato aumento, con la certezza che i 1700 distributori italiani saranno pronti, come sempre, a fare la loro parte.

 

Dino Di Marino

Direttore Generale Italgrob

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