11 Aprile 2016

Le formiche e l`elefante


Menici.jpgIn attesa e con l’auspicio che la prossima stagione ci regali il sole e le temperature dell’estate 2015, non possiamo non riflettere su quanto accade nel settore dove, se è vero che la ripresa s’è avviata (anche se con eccessiva lentezza) è altrettanto vero che restano ancora radicati i problemi e le difficoltà che hanno caratterizzato il mondo Ho.Re.Ca. negli ultimi anni.

 

La problematica più perniciosa riguarda la mancanza di liquidità, una questione che si trascina da tempo e che pare non tragga alcun beneficio neanche dalle tanto pubblicizzate immissioni di liquidità che la Banca Centrale Europea proclama di effettuare settimanalmente nel sistema economico europeo, e quindi anche italiano. Si parla di miliardi e miliardi, ma a ben vedere, nel settore Ho.Re.Ca. non vi è alcuna traccia di questi soldi, visto e considerato che l’accesso al credito per le piccole e medie imprese è sempre molto ostico. Le difficoltà restano pertanto immutate, di mancanza di liquidità si soffriva e si continua a soffrire. Anche l’Art. 62, con tutti i suoi limiti (più volte denunciati da Italgrob) nulla ha risolto. Del resto se non ci sono soldi, denunce e sanzioni servono a poco.

 

Ma questo non è l’unico dilemma che assilla il settore della distribuzione Ho.Re.Ca.

 

Non dobbiamo sottovalutare come questo canale stia cambiando pelle. Come ad esempio cambiano le strategie commerciali delle grandi strutture organizzate in Cash&Carry, multinazionali forti come elefanti che oltre a disporre di capitali, di assortimenti sempre più mirati e di migliori condizioni di acquisto, sempre più si propongono ai nostri clienti (soprattutto a quelli migliori) anche per assolvere la funzione del servizio consegne.

 

Uno dei baluardi del grossista, cosiddetto tradizionale, è così attaccato, compromettendo il suo punto distintivo.

E allora, perdendo l’esclusività del “servizio”, penalizzati dai prezzi di acquisto e senza il potenziale economico da multinazionale, quali armi dovremo affilare per controbattere questi colossi, e soprattutto per essere ancora punto di riferimento all’interno della filiera Ho.Re.ca.?

Le soluzioni non sono di semplice attuazione, ma non c’è dubbio che le soluzioni ci sono e potranno essere garantite solo da quelle entità preziose e insostituibili che si chiamano “Consorzi.”

I consorzi italiani fra i distributori di bevande hanno tutte le carte in regola per fronteggiare le criticità che ho appena descritto, devono però scrollarsi di dosso alcuni inutili distinguo, cominciare a guardare con fiducia e senza pregiudizi oltre i loro perimetri consortili, possibilmente strutturarsi e organizzarsi come le multinazionali, allo stesso tempo valorizzare il mestiere dei propri soci e soprattutto la conoscenza che questi hanno dei territori ove operano.

Il potere territoriale: ecco è questa l’ultima trincea che dobbiamo difendere, anzi è da questa trincea vitale che bisogna ripartire. Sarà dura, ma nonostante tutto si può fare, d’altronde se le formiche si mettono d’accordo, possono spostare un elefante.*

 

 

Andrea Menici

Presidente Italgrob

 

*Proverbio africano

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