Si beve meno, con più attenzione per la qualità: gli italiani sono più consapevoli quando si approcciano ad alcolici e superalcolici; lo rivela uno studio condotto da Nielsen per conto di Federvini, studio che indaga il consumo delle bevande alcoliche in Italia nel quinquennio 2011-2015, emerge che
Il mercato italiano degli spirits
Nel 2015, secondo l’indagine Nielsen, il trend è continuato: -1,8% a volume (s’era invece assistito a -3,8% nel 2014).
Negli ultimi 5 anni la diminuzione complessiva del 5% è stata, in numeri di consumatori, pari ad una diminuzione di 1,8 milioni di bevitori.
Perdono maggior quota le bevande a più alta gradazione alcolica, cioè distillati, liquori e cocktail. In particolare Amari, Chine e Fernet hanno perso l’1,7%, i Brandy -9,2%, le Grappe -5,8%, i Liquori Dolci -2,2 e i Vermouth -9,5%.
Gli spirits sono sempre associati al pasto o a qualcosa da degustare per il 61% degli italiani; l’85% degli italiani, poi, è attento all’etichetta, ritenuta fonte informativa utile (54%).
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