«La recente sentenza del Consiglio di Stato - prosegue Deidda - scava un solco profondo tra interpretazione delle norme e realtà, ma soprattutto rischia di accelerare il già avanzato processo di dequalificazione dell’offerta commerciale di molte città in Italia, e di Roma in primis. Ci piacerebbe che i giudici che hanno espresso la sentenza ci spiegassero perché ci sono norme che impongono a un qualunque bar, con e senza servizio al tavolo, l’obbligo del bagno, la sorvegliabilità dei locali e sanzioni penali in caso di alcol somministrato a minorenni, mentre gli stessi obblighi e sanzioni non sono previsti per negozi alimentari o pizzerie al taglio».
«Riteniamo doveroso un chiarimento su questo aspetto - conclude Deidda -, per evitare che si generi una confusione potenzialmente in grado di mettere a repentaglio il nostro stesso sistema e la qualità dell’offerta commerciale dei centri storici».
Fonte Mixer Planet