20 Giugno 2019

Le ali della farfalla


Le ali della farfalla

SOS-alle-6.jpgAppena Amazon si muove c`è qualcuno nel mondo che trema. Forte di una capitalizzazione da 460 miliardi di dollari, un volume di vendite da 140 miliardi l`anno, 80 milioni di clienti (solo negli Usa), con la sua immensa quantità di dati e capacita di profilazione degli utenti, il colosso di Seattle penetra qualunque mercato con una forza d`urto impressionante. Onnivoro e bulimico Amazon azzanna qualsiasi preda, non ultimo il mercato dei consumi alimentari. L`ultimo esempio è l’acquisizione della catena di prodotti alimentari Whole Foods.

Amazon l’ha puntata e se l’è pappata in un amen. Gli  ottimisti nostrani obietteranno sul fatto che Whole Foods è oltre oceano e della cosa, poco ci frega. Mica tanto sapete! Basti pensare che appena predata Whole Foods, Jeff Bezos, patron di Amazon, ovviamente l’uomo più ricco del mondo, ha immediatamente sparato la sua cannonata contro le catene di grande distribuzione annunciando tagli dei prezzi nell`ordine del 40-50%. La mossa ha innescato la caduta delle azioni dei concorrenti sulle borse di mezzo mondo. Grossi nomi come Tesco o Carrefour sono arrivati a perdere il 4-5% in un solo giorno. 

Le ali della farfalla

Sapete della famosa massima, quella che “Il battito delle ali di una farfalla in Cina può influire sul percorso di un uragano nell`Atlantico”? Dove ogni particella dell`universo influisce su ogni altra particella, perché ogni cosa è interconnessa con ogni altra cosa? Ebbene, le regole della natura e quelle dell’economia global (sempre più digital) pari sono. Appurata questa verità, la domanda che poniamo alle 6.00 am è: ma di questa farfalla che batte le ali, devono anche preoccuparsi gli operatori del settore Horeca in Italia? Gli ottimisti con il prosciutto sugli occhi direbbero: “Ma no, non scherziamo dai... il mercato Horeca italiano è troppo complesso per essere conquistato da questi signori che stanno davanti ai loro computer dall’altra parte dell’oceano. È un settore troppo parcellizzato, 350.000 locali, migliaia di format diversi, eterogenei, e poi vuoi mettere le tradizioni alimentari frutto di una cultura che si rifà a diversi ambiti regionali”. Anche gli ottimisti della distribuzione farebbero spallucce sul pericolo Amazon & Co. “Ma figuratevi, distribuire food e beverage in Italia, non è certo da tutti. Solo noi conosciamo  la complessità del territorio, la famosa Italia stretta e lunga, monti e di valli, migliaia di paesi e paeselli complicati da raggiungere”. Insomma un insieme di peculiarità, diciamo anche luoghi comuni, che rappresenterebbero una sorta di muro invalicabile che permetterebbe agli operatori (chiamiamoli tradizionali) di continuare ad operare e distribuire a destra e a manca senza grandi problemi.

 

Sarà così?

Mmm, Jeff dice la pensa diversamente ed è già pronto a rompere le scatole e sedersi da par suo al tavolo del business  Ho.Re.Ca., ha puntato la preda e non c’è da stare tranquilli per nulla. I primi a preoccuparsi devono essere gli operatori della distribuzione, almeno stando quanto riporta un articolo dell’autorevole testata Il Sole 24 Ore: ”Amazon ha economie di scala, di scopo e di apprendimento che nessun player tradizionale ha, laddove viene applicata la piattaforma Amazon, la quota del valore aggiunto che resta alla distribuzione si riduce drasticamente. Per alcuni segmenti, addirittura dal 20-30% si scende al 2-3%". 

Quindi, distributori e grossisti Horeca, occhi aperti. Ma non solo, per i colossi dell’IT, gli obiettivi sono anche a valle della filiera, dove le prede sono i consumatori e di riflesso anche i locali. Come me li piglio? Alexa è pronta a fare faville, ed è già disponibile la tecnologia che permette di ordinare “vocalmente” cibo a domicilio tramite Just Eat. La onnipresente Alexa, al pari di un perfetto Maitre di sala, è pronta a stupire, come ad esempio ripetere un ordine già effettuato, recensire la tua ultima pizza o di ricevere aggiornamenti in tempo reale sullo stato di un ordine in corso.

 

Ma non finisce qui: i ricchi del mondo, quelli che investono e sanno dove farlo, hanno recentemente investito qualcosa come 20 miliardi di dollari (si avete letto bene 20 miliarducci) nei player specializzati in consegne di food e bevearege a domicilio, il famoso Delivery. Secondo quanto afferma il mitico Marco Montemagno, in questo video che potete gustarvi, questi paperoni, non certissimi che il cibo che giunge a domicilio possa essere di qualità eccelsa,  vorrebbero anche mettere le mani sui ristoranti. Acquistarli tuttavia, in Italia, come nel mondo, è complicato e ci vorrebbero un botto di soldi, allora hanno pensato bene di investire (pesantemente) in strutture create ad Hoc per soddisfare il crescente mercato del food delivery. Li chiamano cloud kitchen, sono dei ristoranti (solo cucina) che non ha bisogno di trovare clienti, perché li ricevono dalle piattaforme digitali tipo Just Eat, insomma si lavora solo on line.

 

Insomma, stanno pensando a una ristorazione assolutamente flessibile, con costi di gestione ridottissimi, addirittura mobile, progettano infatti anche cucine allestite su camion che si spostano su piazze e mercati inseguendo la domanda che giunge on line. Insomma, la farfalla continua a sbattere le ali sempre più forte e, anche se è da qualche altra parte del mondo, è certo che l’uragano giungerà ben presto dalle nostre parti. E i nostri ottimisti con il prosciutto sugli occhi? Quelli che dicono: “Tanto che ci frega a noi, sono americanate, l’Italia è stretta e lunga, fare distribuzione non è facile in Italia, fare ristorazione è ancora più complicato”.

Beh, forse gli resta solo il prosciutto. La farfalla ha preso a volare, imprevedibile, inafferrabile.

 

 

S.I.C.

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