06 Marzo 2020

Il Coronavirus che ammazza l’Ho.Re.Ca.


Il Coronavirus che ammazza l’Ho.Re.Ca.

Il Covid-19 non è più solo un`emergenza sanitaria, purtroppo, è anche un disastroso tracollo economico. Se non proprio il virus, quanto la psicosi figlia di una campagna mediatica a dir poco terrorizzante, ha fatto saltare le già debolissime prospettive di ripresa economica del Paese. Data la rapida evoluzione della crisi non è facile fare previsioni, ma c’è chi parla anche di un P.I.L. sotto i 5 punti per il 2020. L’Italia produttiva è ferma, l’Italia dei trasporti è ferma, tutto il mercato dei consumi extradomestici è di fatto bloccato, e con esso tutta la filiera che lo alimenta. Migliaia di eventi, ricorrenze pubbliche e private, iniziative di ogni genere sono ogni giorno cancellate e rinviate. il crollo delle presenze turistiche va di pari passo con la desolante visione di locali vuoti o addirittura chiusi.

«Siamo estremamente preoccupati - ha dichiarato Vincenzo Caso, Presidente della Federazione Italgrob - il comparto dei distributori di bevande comprende oltre 1.800 aziende, con un`occupazione totale di 30.000 persone. Pur comprendendo appieno le difficoltà che una tale emergenza ha indotto, apprezzando gli appelli che le massime cariche dello Stato hanno rivolto agli italiani, non possiamo non chiedere, con la massima urgenza alle stesse Istituzioni di fare presto, con segnali concreti di supporto alle imprese che, altrimenti, chiuderanno. Siamo assolutamente allineati con le richieste degli altri attori della filiera: da subito necessitano ammortizzatori sociali, meccanismi di credito di imposta per sopperire almeno in parte al crollo del fatturato e la sospensione del pagamento di oneri e tributi».

Secondo FIPE sono almeno 50 milioni di euro gli incassi persi dai locali italiani solo in questo breve lasso di tempo da quando è scoppiata l’emergenza. Una cifra che fa dei pubblici esercizi italiani bar-ristoranti-pizzerie il comparto più colpito dagli effetti del Coronavirus. Le previsioni sono pessime: il 72,7% degli esercenti ritiene che la crisi durerà ancora a lungo, con un peggioramento nei prossimi due mesi con forti diminuzioni del fatturato, con punte fino all’80%. Non va certo meglio per i distributori, una pronta analisi di Projettica (società che studia la distribuzione nel mercato Horeca e nello specifico dei distributori food e beverage) ha rilevato, nella settimana cruciale in cui l’epidemia è emersa (dal 21 al 29 febbraio), un calo delle vendite di sell in del 7%, molto peggio in Lombardia dove, sempre dal 21 al 29 febbraio, le vendite sono crollate del 36,1%.

«Tutto il settore Horeca deve essere aiutato - sollecita Dino Di Marino, Direttore Generale Italgrob - i prossimi mesi saranno inevitabilmente più difficile, siamo molto, molto preoccupati, ad oggi abbiamo notizie di cali anche del 50% di fatturato dei nostri distributori che oltre a non vendere fanno grandissima fatica ad incassare. Una situazione insostenibile. Il fuoricasa è uno degli assi portante dell’economia italiana - continua Di Marino - uno degli emblemi del Made in Italy, del saper vivere italiano, non possiamo né dobbiamo essere passivi. Sosteniamo sin d‘ora e in maniera unitaria quanto la stessa Confindustria - di cui siamo parte - sta sollecitando al Governo e che è riportato in chiusura di questo articolo. Questa crisi può diventare l’occasione per fare quello che in situazioni ordinarie i governi non riescono, questo deve essere il momento dell’ambizione e del coraggio, per reagire, rilanciare e trasformare l’Italia e l’Europa in chiave moderna, mantenendo il primato di area più ricca del mondo».


Si riportano di seguito alcune delle proposte di misure urgenti per l’intero comparto del trasporto e della logistica, avanzate dal Sistema Associativo di Confindustria di cui Italgrob è parte:  

  • Dichiarazione dello stato di crisi dei settori del trasporto e della logistica maggiormente colpiti dalla crisi.
  • Applicazione degli ammortizzatori sociali alle imprese escluse e procedure semplificate per l’accesso alla CIG ordinaria e straordinaria e in deroga.
  • Misure di indennizzo economico commisurate alla perdita di fatturato, al netto di una quota attribuibile al “comune rischio d’impresa”.
  • Sospensione di adempimenti (INPS, INAIL e Ministero del Lavoro) e versamenti previdenziali/assistenziali, fiscali (saldo 2019 e “rottamazione-ter”, incluse le ritenute sui redditi da lavoro dipendente e assimilati) e assicurativi.
  • Riduzione del 50% (e restante quota a carico dello Stato) per un periodo di tre mesi dei contributi previdenziali e assistenziali e dei premi per l’assicura-zione obbligatoria per le imprese con sede legale o operativa in Italia, che mantengono gli occupati già in organico al 31 gennaio 2020;
  • Soppressione della maggiorazione IRES prevista dalla Legge 27 dicembre 2019, n. 160, art. 1, comma 716.
  • Incremento della percentuale di credito d’imposta (art. 1, comma 188, legge di Bilancio 2020, n. 160/2019) prevista per gli investimenti in beni strumentali materiali nuovi e riconoscimento dei crediti d’imposta (art. 1, commi 189 e 190, legge n. 160.

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