08 Maggio 2020

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Dopo un lunghissimo periodo di lockdown che ha bruciato almeno 30 miliardi di liquidità, il Governo ha fissato per il 1° giungo la data di riapertura dei locali. Ma la fase due si preannuncia complessa e irta di enormi difficolta: stringenti protocolli di sicurezza da rispettare, le ansie di un contagio di ritorno, un consumatore cauto e preoccupato e con il comitato scientifico pronto a richiudere il  rubinetto se il virus dovesse rialzare la testa.

Di fronte a questo scenario molti esercenti avrebbero deciso, per il momento, di non riaprire. Ma, oltre agli esercenti, tutta la filiera Horeca è in una fibrillazione quasi mortale. Parliamo di distributori di prodotti Food & Beverage che svolgono un lavoro invisibile, ma essenziale per far girare un mercato come quello della ristorazione. Per loro i danni sono altrettanto ingenti e probabilmente irreparabili: crediti sospesi, magazzini pieni di prodotti che vanno in malora, e anche qui incertezza, confusione e scoramento. Alla luce di questo tracollo, Federazione Italgrob, in collaborazione con le maggiori associazioni di categoria dei produttori come Assobirra Assobibe e Minercqua  ha presentato un istanza  al Governo per anticipare al 18 Maggio l’apertura dei locali Horeca, aiutare le aziende con un indennizzo a fondo perduto sul fatturato perso, un credito di imposta sia per i crediti ormai inesigibili, che per la sanificazione dei luoghi e degli strumenti di lavoro. L’istanza chiede inoltre l’estensione a 20 anni del periodo per la restituzione dei finanziamenti previsti dal Decreto Liquidità, e infine per sostenere e incentivare i consumi nei prossimi mesi, una riduzione dell’aliquota IVA dal 22% al 10%, sui prodotti Beverage del fuori casa.

Ma le iniziative di Italgrob non si limitano solo alle pressioni verso il governo centrale, da segnalare  anche  il tavolo di lavoro avviato con la Regione Veneto, in collaborazione con le associazioni Assobibe, Mineracqua e Federterme. Considerando che la filiera Horeca è strategica si è potuto  avviare il percorso del procedimento per la Crisi complessa di filiera. Dopo la Regione Veneto saranno poi coinvolte anche altre regioni al fine di richiedere al Governo il riconoscimento a livello nazionale. Un impegno a tutto campo quindi per difendere una categoria di imprenditori che ha un ruolo decisivo per lo sviluppo di un mercato come l’horeca, un settore vitale per l’economia italiana il quale, oltre le immani perdite già subite con il lockdown, e in forze agli stringenti protocolli sanitari, corre il rischio di collassare definitivamente.

A rischio almeno 100 mila locali e 1000 imprese di distribuzione. Gravissimo il pericolo anche per quei produttori che hanno nell’Horeca il principale mercato di sbocco. In questa caotica e drammatica fase sarebbe opportuno che tutti gli attori della filiera, esercenti, distributori e produttori avviassero una nuova fase di collaborazione, evitando di far valore inutili e inopportuni posizioni di forza. Non c’è più tempo ormai, oltre ai fondamentali aiuti attesi, è necessario avviare quanto prima un nuovo patto di filiera che veda riuniti tutti gli attori per tracciare un nuovo e possibile percorso e scrivere insieme  un nuovo modus operandi che generi un moderno ecosistema post covid. 

Il mercato Horeca è un patrimonio dell’Italia, una ricchezza che appartiene a tutti, e che tutti hanno il dovere di far risorgere dopo il disastro Covid-19.