Fiere
25 Marzo 2022La pandemia ha inflitto un pesante rallentamento al comparto e il futuro è ancora incerto
"L’Italia delle fiere internazionali" è la prima edizione del Rapporto economico-scientifico, frutto della collaborazione tra Confindustria, Fondazione Fiera Milano e CFI - Comitato Fiere Industria, che analizza lo stretto legame fra l’economia di un Paese e il suo sistema fieristico.
L'analisi, presentata e discussa due giorni fa a Roma, ha confrontato i quattro Paesi europei a maggiore vocazione fieristica, Italia, Germania, Francia e Spagna, ed ha evidenziato come la pandemia abbia duramente colpito il comparto. Si stima che, a livello mondiale, il fatturato sia calato del 68% nel 2020 e del 59% nel 2021. Per l'anno in corso si spera che il calo si fermi al 21%, come auspicato dal presidente della Fondazione Fiera Milano, Enrico Pazzali, ma in tale stima non è incluso l'impatto generato dal conflitto in corso sul territorio ucraino.
Nel quadriennio 2015-2019, più della metà delle Fiere internazionali (pari al 54%) si sono svolte tra Italia, Germania, Francia e Spagna, Paesi in cui peraltro si è registrata la partecipazione del 69% dei visitatori totali e del 74% degli espositori. Nello specifico, l'Italia rappresenta il 23% delle superficie, la Francia il 16% e la Spagna il 12%. Svetta la Germania col 50%.
Con la pandemia, abbiamo assistito ad una repentina quanto obbligata trasformazione delle fiere che da eventi in presenza sono diventati digitali, una soluzione adottata solo marginalmente prima del fatidico 2020. Per provare ad arginare le perdite, i quartieri fieristici hanno tentato di recuperare terreno con eventi virtuali ma purtroppo con soddisfazioni contenute, sia in termini di affluenza di visitatori che di espositori.
«Le fiere sono "il cuore pulsante" dello sviluppo economico ma anche "il cuore che ha guardato molto al sociale" nel periodo della pandemia» ha affermato il presidente di Confindustria Carlo Bonomi alla presentazione del citato rapporto "L'Italia delle Fiere internazionali" lo scorso 23 marzo. Bonomi ha altresì ricordato che, durante le fasi acute della pandemia, tanti spazi fieristici sono stati riconvertiti in ospedali, reparti di terapia intensiva, hub vaccinali e centri di accoglienza, seppur in Italia fare queste cose non sia affatto semplice. Ed ha aggiunto: «Tuttavia, anche nei momenti più difficili, l'imprenditoria italiana ha dimostrato di essere di grande livello: abbiamo tenuto aperte le nostre imprese non per il profitto ma per garantire la logistica, l'arrivo dei medicinali e la presenza degli alimentari sugli scaffali di prossimità. Ci siamo assunti tutti delle responsabilità molto importanti in un periodo difficile per il Paese, e spero che questo non venga mai dimenticato».
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