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07 Giugno 2022Il commento di Francesca Mariotti, Direttore Generale di Confindustria, all'audizione su DL Aiuti
Il Decreto Aiuti si inserisce in un momento di grande incertezza per il potere d’acquisto delle famiglie e la capacità produttiva delle imprese. Le conseguenze della crisi vanno ben oltre la portata diretta delle sanzioni ed investono tutti gli aspetti dell’ecosistema imprenditoriale.
Le catene globali del valore sono state travolte e, prima che il mercato possa ricostruirle, occorrerà del tempo. Gli enormi rincari di materie prime ed energia stanno impattando sui costi delle imprese, in Italia ancor più che negli altri Paesi europei, assottigliando i margini, in alcuni casi fino a zero. Secondo le stime del Centro Studi di Confindustria, a causa del balzo dei prezzi, i costi energetici della manifattura italiana sono cresciuti di 27 miliardi di euro rispetto al periodo pre-crisi (+68 miliardi nell’intera economia).
«Mai come oggi c'è necessità di scelte lungimiranti per alleviare l’impatto della crisi e dare futuro alle nostre imprese» afferma Francesca Mariotti. «È compito delle classi dirigenti, e in primo luogo della politica, disegnare una rotta per il cambiamento: l’insieme di regole che hanno governato la globalizzazione, creando nel tempo un pianeta più prospero ed avanzato, sono sottoposte ad uno stress dal quale usciranno profondamente mutate. Probabilmente essa sopravviverà anche a questa crisi, ma cambierà pelle, come già avvenuto in passato, per cui sta alla politica guidare i nuovi scenari.
A livello nazionale, il Governo e il Parlamento hanno senza dubbio messo in campo una quantità di risorse importanti per fronteggiare l’eccezionalità della crisi, tuttavia, i circa 30 miliardi stanziati da gennaio ad oggi, sono stati destinati quasi del tutto a mitigare gli effetti dell’emergenza per i primi sei mesi del 2022, sul presupposto che a partire dall’estate la situazione economica si normalizzi. Condizione, quest’ultima, che però sappiamo già non potrà avverarsi.
Tale incertezza, considerate le fisiologiche esigenze di programmazione dell’attività d’impresa, rischia di vanificare la stessa efficacia delle risorse finora stanziate. Per questo, riteniamo sia essenziale costruire una visione complessiva che, in stretta connessione con l’Europa, persegua almeno quattro obiettivi fondamentali: garanzia degli approvvigionamenti energetici e sviluppo delle fonti rinnovabili; misure di compensazione per lo shock dei prezzi energetici; realizzazione delle riforme previste dal PNRR; riduzione del costo del lavoro.
Non si tratta solo di approvare le norme nei tempi previsti dal Piano, ma anche di dotarle di una qualità all’altezza dei temi affrontati e di preoccuparsi - già in sede parlamentare - della loro concreta implementazione. Ciò richiede un alto senso di responsabilità da parte di tutte le forze politiche e sociali, che dovrebbero assumersi la paternità del percorso riformatore, pur nel confronto dialettico tra opinioni e soluzioni differenti» conclude il Direttore Generale di Confindustria.
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