Il problema della competizione dell’impresa sul mercato si allarga ulteriormente allor quando, a fronte di un’offerta altamente concorrenziale, si instaura dal lato della domanda un regime di oligopolio o, al limite, monopolistico. Ad esempio, su tutto il globo terrestre, la GDO ha il dominio sul mercato dei beni di largo consumo. Il suo potere è talmente grande, che solo pochi produttori riescono a non lasciarsi sopraffare. In molti casi, l’impresa industriale determina i propri comportamenti, limitandosi ad una mera funzione produttiva e il centro di potere si sposta in imprese finanziare e commerciali che a loro volta usano l’impresa industriale quale risorsa complessa per i propri interessi. Da qui, il noto problema dei due pesi e delle due misure, di cui si discute da anni (condizioni commerciali, etc.). Ma anche un’opportunità: sbagliando si impara… e se si guarda chi non sbaglia, si impara prima e meglio.
Quando è iniziata l’impresa di riscrivere Bollicine con le nuove tecnologie, mi sono posto il problema del nuovo nome. Alla fine, l’idea che ha vinto è stata BollicineCommunity. La scelta ha considerato da una parte il bisogno di non perdere la propria identità e immagine (guadagnata con anni di marciapiede e tanta fatica); dall’altra, marcare un cambiamento di fondo: si era ormai del tutto consolidata la consapevolezza che la propria forza può essere incrementata dalla logica del gruppo. Dagli altri. Dalla comunità.
Intendo riferirmi alla mia convinzione che una Comunità può utilmente condividere problemi, risorse e soluzioni, al fine di fare crescere i propri membri e di conseguenza se stessa.
Mi rendo conto di non aver detto nulla di nuovo. Sto parlando all’interno del sito di una Federazione trentennale che aggrega Consorzi oltre a operatori indipendenti e che dunque ha fatto di questo concetto un mestiere.
Aggiungo allora che la tecnologia incoraggia e aiuta. Rende possibile condividere strumenti ed informazioni in tempo reale, con modi fino a qualche anno fa impensabili. A costi irrisori. E questo è un destino incontrovertibile. Ci vorrà ancora un po’ di tempo, ma alla fine molto, se non tutto, dovrà e sarà condiviso. L’opportunità è “arrendersi” (si fa per dire) il prima possibile. Capire che le regole del gioco sono cambiate.
A titolo di esempio, prendiamo la questione del credito commerciale. Come è noto, un grosso problema per tutti. Allora, perché non “condividere” all’interno di una “centrale rischi” quello che ognuno sa sulla propria clientela a favore di tutti? Cosa c’è di strategico nel proteggere e tenere per se queste notizie? Non voglio fare il tifo per X o Y, ma esistono Aziende (serie, autorizzate e certificate per farlo) che raccolgano e organizzano i dati (le esperienze di pagamento), li trasformano in informazioni di facile ed immediata fruizione, che poi distribuiscono agli aderenti in base a precisi accordi. Sia ben chiaro che questa non è la soluzione, ma un buon inizio si. Ed il migliore che io conosca.
Graziano Guazzi
Piccolo Glossario:
-Organizzazione = come ci ricorda l’amico Franco Marini, è anche trasversale (vedi esempio della GDO)
-Dati = è un numero che può essere trasformato in informazione
-Informazione = è il cuore della vita . Di ogni forma di vita: della cellula, dei vegetali, degli animali, dell’uomo, della famiglia, di tutte le forme e strutture sociali - politiche ed economiche, micro e macro, degli Stati. L’informazione è ciò che subordina e governa l’energia. È l’energia dell’energia: se dai un calcio ad un sasso, rotola; se lo dai ad un cane, forse rotola, ma certamente si ribella e se può ti morde … Controllare l’Informazione è perciò controllare ciò che controlla, determina, subordina, impone: lo sanno molto bene i nostri governanti …
-Community: ecosistema organizzato in relazioni verticali ed orizzontali dove i dati diventano informazioni condivise e co-costruite.
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