Attualità
28 Novembre 2022Pierini di Assobibe: «una buona notizia, soprattutto a fronte dell’impatto che avrebbe su imprese, filiera e posti di lavoro»
La Legge di Bilancio, approvata lo scorso 21 novembre dal Consiglio dei Ministri, ha confermato il posticipo di 12 mesi dell’entrata in vigore della sugar tax. Una decisione che era nell’aria e che conferma l’inopportunità della norma introdotta nel 2019 e sinora sempre rimandata.
«Accogliamo con sollievo la notizia del posticipo deciso in legge di Bilancio e confidiamo che il prossimo passo sia la cancellazione definitiva della tassa, anche alla luce dei dubbi di legittimità costituzionale sollevati dal TAR del Lazio con l’ordinanza dello scorso 14 novembre» commenta Giangiacomo Pierini, presidente di Assobibe, associazione di Confindustria che rappresenta i produttori di bevande analcoliche. «Da anni ci battiamo perché venga riconosciuta la natura discriminatoria della sugar tax, oltre che la sua inutilità ai fini salutistici e di gettito per lo Stato, soprattutto a fronte dell’impatto che avrebbe su imprese, filiera e posti di lavoro», aggiunge Pierini.
Assobibe ricorda che la tassa, valida per tutte le bevande dolci – con zucchero, senza zucchero o con succo di frutta (naturalmente dolce), non lasciando alternative ai produttori in materia di innovazione di prodotto o riformulazione – si traduce in un aumento del 28% della pressione fiscale su un litro di bevanda analcolica, con un effetto recessivo (stime Nomisma) del -11,6% nel 2023 rispetto al 2022 e del 17,1% rispetto ai livelli pre-pandemia, e oltre 5.000 posti lavoro a rischio. A farne le spese saranno soprattutto le PMI, che rappresentano il 64% delle imprese del settore: circa l’80% passerebbe da un utile a una perdita, con conseguenze su tutta la filiera a esse collegata.
«Il posticipo dell’entrata in vigore deciso dal Consiglio dei Ministri è un primo segnale importante per le imprese del settore. È ora auspicabile un rapido intervento del Parlamento per una cancellazione definitiva che faciliti investimenti altrimenti bloccati da un’ulteriore tassa che sarà prima o poi giudicata incostituzionale» conclude il presidente di Assobibe.
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