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16 Maggio 2023Il business travel guadagna terreno seppur non si possa ancora propriamente parlare di ripresa
Non è certamente una novità: il turismo è in netta ripresa, dopo gli anni bui della pandemia. Tuttavia esiste un segmento del mercato turistico che fatica ancora a riprendersi ed è quello dei viaggi di lavoro e di affari, prevalentemente legato a congressi, meeting, convegni e fiere.
Le necessità emerse nel periodo pandemico hanno gettato le basi di una nuova era legata alle videocall che sostituiscono gli incontri in presenza e riducono drasticamente i costi per le aziende, ma pian piano il settore fieristico sta acquistando rinnovato vigore, e a testimonianza ci sono le ultime edizioni di Vinitaly e Salone Del Mobile a cui hanno partecipato migliaia di visitatori stranieri.
Secondo l'Osservatorio Business Travel, la spesa per i viaggi d'affari nel 2022 sta recuperando terreno: le aziende hanno impegnato 17,2 miliardi di euro per 25 milioni 968mila trasferte, delle quali 6,8 milioni internazionali. La progressione rispetto al 2021 è del 96%, mentre la flessione sul 2019 è del 16%, il tutto con un'inflazione significativa e la quotazione euro-dollaro in contrazione del 10%. Anche se non si può ancora parlare di piena ripresa, perché la caduta libera del -63% dai 20,6 miliardi del 2019, accusata nel 2020, rimane ancora dura da risollevare. Inoltre si evince ancora la marcata caratterizzazione nazionale delle trasferte con 19 milioni e più, di esse, svolte proprio entro i confini.
Per quanto riguarda il primo quadrimestre, il 2023 si rivela in continuità con la chiusura del 2022, con un attivo rientro ai viaggi d'affari da parte delle aziende così come con la ripresa delle attività corporate in presenza, come spiega all'ANSA Domenico Pellegrino, Ceo del Gruppo Bluvacanze: «Il cliente del business travel è cambiato nelle determinazioni di viaggio: ha un'attenzione più marcata verso soluzioni qualitative, sempre in ottica di efficienza ed economicità per l'impresa cui appartiene. I volumi di travel value hanno superato i valori del 2019 di circa il 20%, grazie anche all'aumento del valore medio della trasferta, in gran parte registrato sulla biglietteria aerea e sulle sistemazioni alberghiere, nonostante il numero di transazioni (trasferte prenotate) sia inferiore di circa il 10%. È segno evidente che le aziende scelgono di far viaggiare i propri collaboratori e manager scegliendo servizi a più alto valore aggiunto rispetto al passato».
A tal proposito, una recente ricerca di BVA Doxa, svolta a febbraio, lascia emergere una tendenza al rialzo per i viaggi d'affari. Eventi e convegni rappresentano la causa maggiore di spostamento (43%) seguiti dalle visite ai clienti e partner (36%), la formazione (33%) o la trasferta presso altra sede (29%). In aumento il dato riferito al bleisure: il 55% dei business travellers dichiara di aver esteso il soggiorno per svago e tempo libero nelle ultime trasferte.
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