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21 Settembre 2023I dati dicono che il turismo internazionale potrebbe raggiungere presto i livelli pre-Covid, con un ritorno importante dei viaggiatori in arrivo dagli Stati Uniti
Al netto degli esorbitanti rincari che hanno caratterizzato in modo preponderante la stagione estiva, il settore del turismo nostrano sta andando verso uno scenario promettente con previsioni che indicano un raggiungimento di nuovi record in termini di presenze, arrivi e di spesa turistica. Secondo l’istituto di ricerca Demoskopika, nel 2023 l’Italia supererà quota 442 milioni di turisti, segnando una crescita del 12,2% rispetto al 2022. Si tratta di un dato che rappresenta il valore più alto mai registrato nella storia turistica italiana.
A sostenere i numeri dovrebbe esserci anche il progressivo rallentamento della spinta inflattiva: stando alle rilevazioni Istat e Fipe, la corsa dei prezzi ha subito una frenata anche a luglio indicando una flessione dal +6,4% di giugno al +5,9 del mese scorso. A scendere, al netto di casi limite apparsi sui mass media e che hanno fatto discutere non poco (ad esempio il toast diviso a metà pagato 2 euro in più nei pressi del Lago di Como), anche i prezzi della ristorazione dal 6,4% al 6%. Va specificato, però, che la dinamica dell’inflazione, ancora fortemente influenzata dall’evoluzione dei prezzi dei beni energetici, riflette anche il rallentamento su base tendenziale dei prezzi dei prodotti alimentari lavorati. Si mantengono vivaci, invece, i prezzi dei servizi di alloggio che registrano una variazione tendenziale del +15,8%.
Quanto allo slancio dei consumi, ad agosto la spesa per mangiare fuori casa si attesterebbe a circa 9,9 miliardi di euro in Italia secondo il Centro Studi di Fipe Confcommercio. Tra colazioni, pranzi, aperitivi, cene, gelati e dolci, qualcosa come quasi 5 miliardi provengono dai turisti, sia stranieri che italiani.
«I dati ci dicono che il turismo internazionale potrebbe raggiungere i livelli pre-Covid, con un ritorno importante dei viaggiatori in arrivo dagli Stati Uniti. Il turismo domestico, al contrario, mostra segni di rallentamento» ha dichiarato Luciano Sbraga, Vicedirettore Generale di Fipe Confcommercio.
«Si tratta di un trend emerso già nei mesi di maggio e giugno, quando le condizioni meteo hanno pesantemente condizionato la voglia degli italiani di spostarsi verso le località balneari, e che potrebbe avere una coda, speriamo corta, anche nei mesi successivi. Per questi motivi le aspettative per questa stagione sono quelle di centrare gli obiettivi del 2022 abbandonando l’idea di eguagliare o addirittura superare i livelli pre-pandemia. I dati sui consumi dimostrano in modo inequivocabile l’importanza della ristorazione nell’economia turistica del nostro Paese».
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