Logistica

20 Giugno 2022

Servono più informazioni per migliorare i rapporti tra produzione e distribuzione

Le richieste dei distributori dell'industria raccolte nei 9 punti del Logistic Agreement


 Servono più informazioni per migliorare i rapporti tra produzione e distribuzione

Un protocollo comune sul servizio logistico: questo l’obiettivo formulato dal primo tavolo tecnico “Trasporti e logistica” riunitosi ad aprile scorso presso la sede di Italgrob in Confindustria.

Un incontro molto riuscito che ha visto la presenza di imprenditori, presidenti e direttori di consorzi nazionali della distribuzione insieme con i rappresentanti delle imprese di produzione di bevande (Coca Cola, Pepsico, Peroni, Heineken, San Benedetto, Sanpellegrino, Ferrarelle, Campari e Conserve Italia), e durante il quale è stato stabilito che sarà incaricato un gruppo di esperti del Master in Horeca Trade Management della Luiss Business School per analizzare i processi e redigere un protocollo comune sui trasporti e la logistica per il prossimo autunno.

In queste settimane però, il lavoro del tavolo tecnico è proseguito per risolvere nell’immediato le problematiche della stagione estiva alle porte ed evitare quanto accaduto nell’estate 2021. A tal proposito, durante la riunione svoltasi il 9 giugno scorso è stato stilato un Logistics Agreement con l’obiettivo di raccogliere e condividere tutte quelle informazioni necessarie per risolvere le criticità più evidenti nel rapporto tra industria e distributori. 


Tale accordo comprende 9 punti indispensabili per costruire un patrimonio di informazioni comuni e per realizzare con le imprese produttrici una modalità di collaborazione più efficace e funzionale possibile.

Come ha detto il presidente di Italgrob Antonio Portaccio introducendo la riunione, «stiamo vivendo giorni molto difficili, ma sappiamo che l’informazione tra le parti è un elemento imprescindibile per traghettare l’estate 2022. Il ‘nonalogo’ che presentiamo qui non vuole stravolgere i processi né dettare le regole agli altri. Siamo consapevoli che non si può entrare in maniera pesante nella ridefinizione radicale delle procedure operative di ciascuna azienda. Tuttavia, è altrettanto vero che l’esperienza vissuta sul campo ci consente di raccogliere informazioni sulle regole che ciascuno si dà con l’obiettivo di metterle tutte a fattor comune, senza pretesa di uniformare». 


Il Logistic Agreement

1 - Contatto del Customer Care di competenza
I distributori lamentano il fatto che, dopo aver concluso un ordine, non si sa più che cosa succede in mezzo, dal momento dell’ordine al momento della consegna. Spesso si scoprono troppo tardi i ritardi di consegne o che gli ordini sono stati spacchettati. Ecco perché serve un incaricato dell’industria capace di garantire una interfaccia con i distributori e di dare loro delle risposte.

2 - Contatto del Responsabile Logistica di competenza
Lo stesso discorso del punto precedente vale per la logistica. Serve avere un riferimento che dia delle risposte. Ci sono aziende grosse e importanti che sono strutturate, ma molte altre non lo sono e il responsabile del settore logistico fa tutto. In alcuni casi il customer care risponde al commerciale in altri alla logistica. Dal punto di vista dei distributori l’importante è poter contare su un’interfaccia competente.


3 - Definizione delle regole per le righe d’ordine non spedite
Che cosa succede di fronte a un ordine che viene spedito solo parzialmente? La parte che non viene spedita resta in memoria? Viene caricata e spedita il più presto possibile? Viene cancellata e se necessario ricondotta all’ordine successivo? Ogni industria si muove a modo suo, ma per i distributori avere le informazioni corrette è indispensabile per capire come muoversi. Serve definire una procedura in modo tale che il magazziniere si sappia regolare.


4 - Definizione delle regole per i lead time e per le finestre di scarico
Il tempo che intercorre da quando faccio l’ordine alla consegna della merce (lead time) è cruciale. I distributori si domandano, per esempio: l’ordine che ti mando quanti giorni di tempo ha per essere approntato? Esiste una definizione delle tempistiche di consegna? La definizione dei lead time sarebbe molto importante per affrontare le situazioni di emergenza che sono spesso emerse nel corso dell’ultimo anno. Il distributore mette a disposizione delle finestre di scarico, ma l’industria dovrebbe dire che cosa va bene o se, vista l’emergenza, bisogna fare diversamente.

5 - Definizione di una procedura per la modifica degli ordini in corso
Questo punto è una conseguenza diretta del precedente. Una volta definite le regole delle finestre di scarico, è necessario concordare la procedura per il cambio dell’ordine e mettere il distributore nelle condizioni migliori per adeguarsi alla modifica.

6 - Definizione di una procedura per lo stato dell’ordine e della consegna
Può succedere che ci siano degli slittamenti o compressioni delle consegne. Sapere più rapidamente possibile che l’ordine parte l’indomani, permette ai distributori di definire le reti di processo per superare l’emergenza.

7 - Informazioni sulle rotture di stock prevedibili
L’industria ha un programma di produzione dal quale derivano fabbisogni e approvvigionamenti. Questo programma va ridefinito settimanalmente. In pratica, l’industria al venerdì sa già se va in produzione e se il prodotto sarà disponibile per esaudire le richieste. Ma nel caso in cui emergessero delle rotture di stock andrebbero comunicate per tempo. In caso contrario, per il produttore c’è il rischio di andare in produzione con un prodotto che poi non viene consegnato. Una maggiore informazione consentirebbe viceversa di rimodellare in tempo i comportamenti dei distributori per gestire un disservizio.

8 - Sincronizzazione dei calendari commerciali e logistici
Tutto quello che vendo prima o poi lo devo consegnare: funziona così. Ma se il punto di difficoltà è la consegna, è il commerciale che si deve adeguare alla logistica. Facciamo un esempio: se l’industria comunica che per avere sconti il distributore deva acquistare 100 di quel prodotto, non può rimangiarsi lo sconto perché verifica dopo che la quantità di prodotto non è disponibile. Ecco perché bisogna gestire i calendari in maniera elastica e perché è un problema di logistica.

9 - Gestione del Customer Feedback
Questo è probabilmente il punto più complicato da gestire. L’idea è quella di formulare un metodo e uno standard di valutazione del servizio offerto dai trasportatori. Per farlo però è necessario avere una piattaforma software rivolta ai distributori che ancora non esiste. Resta il fatto che nel momento in cui sarà possibile realizzare una valutazione del servizio bisognerà comunicarla all’industria.

Come ha sottolineato a conclusione della riunione Dino Di Marino, direttore di Italgrob, «Dopo il successo del primo appuntamento tra produttori e distributori, dobbiamo insistere sulla condivisione delle informazioni - pur nel rispetto dei ruoli e delle esigenze - e sulla programmazione per migliorare l’area dei trasporti. A partire da questi nove punti, l’agreement sulla qualità del servizio logistico può rendere protagonista ciascun interlocutore e può avvicinare le distanze tra i diversi attori della filiera».

TAG: ANTONIO PORTACCIO,DINO DI MARINO,ITALGROB,LOGISTICA,LOGISTICS AGREEMENT

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