Attualità

27 Maggio 2022

Sangalli di Confcommercio, «molte imprese rischiano di chiudere»

Crisi post pandemia, guerra, turismo, trasporti e logistica: quale futuro ci attende?


Sangalli di Confcommercio, «molte imprese rischiano di chiudere»

In una recente intervista rilasciata a Verità & Affari, Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, tira un primo bilancio sul dramma economico e sociale innescato dal conflitto bellico sul fronte ucraino.

«La guerra spinge in alto l'inflazione e il costo dell'energia col rischio di mettere in crisi i bilanci di tante famiglie e compromettere l'equilibrio economico-finanziario di tante imprese, anche nel comparto dei servizi» commenta Sangalli. «Nell'anno in corso già ai prezzi attuali la bolletta energetica delle imprese del terziario di mercato triplicherebbe passando da circa 10 a 30 miliardi di euro. E mi riferisco in particolare al commercio al dettaglio, agli alberghi, a bar e ristoranti, ma anche all'autotrasporto delle merci che vedrebbe un incremento dei costi dei carburanti del 40%.

È evidente che siamo di fronte a impatti economici e sociali che richiedono spazi di intervento particolarmente rilevanti. Il decreto Aiuti prevede interventi necessari e attesi, ma non ancora sufficienti. Ed occorrono, soprattutto, adeguate risposte a livello europeo sul terreno della politica energetica, della risposta alle conseguenze del caro-energia e della guerra».

Come altri esperti di settore hanno già evidenziato, questo conflitto è arrivato in un momento assai delicato in cui tante aziende non sono ancora uscite dal forte impasse creato dalla pandemia. «Il settore del turismo sconta ancora pochi arrivi di turisti stranieri» prosegue Sangalli. «Occorre dunque continuare a sostenere queste imprese con interventi mirati e più robusti. È necessario agire sul cuneo fiscale e contributivo, detassare gli aumenti dei rinnovi contrattuali e rafforzare le misure in tema di credito alle imprese. E, naturalmente, occorre mettere a terra riforme e investimenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Soltanto così si potranno rilanciare occupazione, redditi e consumi e costruire la ripresa».


Pure il settore dei trasporti e della logistica non vive un buon momento, causato dal caro carburante che, come illustrato in questa recente indagine, in Italia è decisamente marcato. «Occorre una riduzione strutturale del carico fiscale che grava sul settore dei trasporti e della logistica» sostiene ancora Sangalli. «In condizioni ordinarie l'accisa italiana sul gasolio è infatti la più alta d'Europa. Il pacchetto europeo in materia ambientale, ossia il "Fit for 55", prevede invece misure come l'eliminazione del meccanismo dei rimborsi parziali per il gasolio commerciale, l'eliminazione del regime preferenziale di tassazione del gas metano e l'introduzione di oneri locali su un comparto globale come il trasporto marittimo. Se adottate, queste misure colpirebbero duramente la competitività del sistema italiano delle imprese del trasporto e della logistica».

Cosa bisogna aspettarsi in un prossimo futuro? «La maggiore dinamica dei prezzi, erodendo il potere d'acquisto della ricchezza liquida, comporta minori consumi e quindi frena il prodotto interno lordo, la cui crescita per l'anno in corso risulterebbe attorno al 2,5% piuttosto che poco sopra il 3% come indicato dal governo. Per un pieno recupero dei consumi dovremo aspettare il prossimo anno» conclude il presidente di Confcommercio.

TAG: CARLO SANGALLI,CONFCOMMERCIO,DL AIUTI,LOGISTICA,TRASPORTI,TURISMO

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