Economia

01 Luglio 2022

Di Stefano di Confindustria, abbiamo sottovalutato la dipendenza energetica

Bisogna creare partnership tra ricerca ed impresa per dare via a nuove idee


Di Stefano di Confindustria, abbiamo sottovalutato la dipendenza energetica

«In questo periodo abbiamo avuto la prova che il sistema su cui si fondavano la globalizzazione e la comunità internazionale aveva evidenti limiti. La dipendenza energetica è un esempio, il tema della sicurezza nazionale è stato sottovalutato da noi e da tutta l’Europa. Ma anche la mancanza di materie prime, la carenza di microchip che ha fermato le industrie»: a dichiararlo pochi giorni fa, in un'intervista al Sole 24 Ore, è Riccardo Di Stefano, Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria.

«La Ue resta la nostra casa comune - prosegue. Il nostro benessere, la nostra crescita sono legati alle sorti delle Ue che si deve rafforzare: occorre una maggiore identità europea, nel contesto di una difesa e anzi di un rafforzamento delle relazioni multilaterali. Un impegno dell’Europa, quindi, con l’Italia che deve giocare un ruolo da protagonista. Occorre una nuova globalizzazione, fatta di catene del valore più solide ad alto valore aggiunto, strutturate in modo tale da considerare prioritaria la sicurezza degli approvvigionamenti rispetto alla convenienza economica. Nel rispetto della democrazia e delle regole del libero mercato».

«In questa fase il confronto con il governo va ulteriormente consolidato, in modo costruttivo - afferma Di Stefano annunciando la presenza dei segretari di partiti e ministri. La situazione economica è molto difficile: una pandemia non ancora finita, il rialzo vertiginoso dei costi dell’energia e delle materie prime, l’inflazione che di conseguenza è cresciuta, il debito pubblico aumentato. Servono decisioni importanti ed è assolutamente necessario varare le riforme, legate all’attuazione del Pnrr e non solo. 

I partiti vanno richiamati sulle urgenze dell’economia, a prendere decisioni. Occorre pensare al futuro del Paese senza farsi dettare l’agenda dalle scadenze elettorali. Purtroppo i segnali di rallentamento della spinta riformatrice già ci sono, li stiamo vedendo. Nel 2023 avremo le politiche in Italia, nel 2024 si rinnoverà il Parlamento europeo. Sono due scadenze determinanti, per noi e per l’Europa. Dopo questa fase avremo un governo politico: ai politici quindi ci rivolgiamo per presentare istanze su energia, lavoro e legge elettorale, per far presente ciò che occorre alle imprese per crescere, competere e creare occupazione. Bisogna tenere presente che è l’industria il motore dello sviluppo. Si è visto con molta chiarezza nella pandemia: se il Paese ha tenuto è stato grazie alla sua manifattura».

In tema di energia invece, Di Stefano afferma che oggi sia necessario mettere un tetto al prezzo del gas, analogamente a quanto fatto dalla Spagna. «Una decisione più efficace rispetto a tassare gli extra profitti delle imprese. Per stimolare la nuova imprenditoria infine serve creare un ecosistema con politiche in favore di Start up e Scale up, attraverso partnership pubblico-private tra scuola, ricerca e impresa e uno snellimento delle procedure di avviamento di nuove imprese che sono spesso troppo complesse e un freno alle nuove idee». 


TAG: CARO ENERGIA,CONFINDUSTRIA,IMPRESE,PNRR,RICCARDO DI STEFANO,RINCARI

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