Attualità

18 Luglio 2022

Costi industriali crescenti e perdita del potere d'acquisto: le considerazioni di Francesco Mutti

Si è discusso di futuro industriale ad un recente convegno a cui hanno preso parte anche Paolo Mieli, Romano Prodi e Ferruccio de Bortoli


 Costi industriali crescenti e perdita del potere d'acquisto: le considerazioni di Francesco Mutti

«L’incremento dei costi degli input produttivi supera il 20%. L’inflazione al consumo è al 6%. È evidente che le industrie del largo consumo hanno scaricato parzialmente a valle gli aumenti registrati in questi mesi. Il protrarsi di questa dinamica di sofferenza dei conti economici non potrà naturalmente essere senza conseguenze sulle prospettive del tessuto produttivo». Interviene così Francesco Mutti, presidente di Centromarca, al recente convegno “Confini Instabili – Scenari geopolitici, effetti sociali ed economici, opzioni per il Paese e l’Industria di Marca”, sottolineando l'attenzione sugli effetti negativi dell’inflazione importata ed auspicando provvedimenti del Governo e dell’Ue a sostegno delle imprese e della domanda.

«Il quadro sociale sta tenendo ma guardiamo con preoccupazione allo scenario che potrebbe profilarsi il prossimo autunno, in un contesto di costi industriali crescenti cui si affianca la perdita di potere d’acquisto delle famiglie» prosegue Mutti aggiungendo che «salvaguardare la domanda è indispensabile perché un’economia non cresce se i consumi flettono o si fermano. In gioco c’è la competitività del Paese, da cui dipendono la capacità di creare occupazione, attrarre investitori, generare benessere».


Secondo il presidente di Centromarca, bisognerebbe favorire la crescita dimensionale delle aziende del largo consumo per rafforzarne la competitività internazionale. «La soglia dimensionale della maggior parte delle nostre imprese non consente di raggiungere i mercati importanti. Di fronte allo scenario macro di evoluzione dei consumi food al di fuori dei nostri confini, noi arriviamo piccoli in un mercato che non è più il nostro, con il rischio di perdere il treno. L’Europa e gli Stati Uniti sono entità quasi omogenee, però bisogna fare passi avanti decisi verso un mercato realmente unico, dove non sia necessario avere una sede in ciascun paese, contrariamente a quanto succede negli Stati Uniti».

Mutti rimarca infine la necessità di tenere alto l'interesse sul tema della sostenibilità: «La dimensione etica del business è la grande sfida che come imprese ci attende e per raggiungere la neutralità carbonica non abbiamo idea della sfida che abbiamo davanti. È importante ribadire che non può esserci concorrenza scorretta: in tema ambientale ci saranno costi enormi, anche se il consumatore si aspetta erroneamente che non ci siano ricadute che lo coinvolgano».


All’incontro promosso da Centromarca sono intervenuti Paolo Mieli, (giornalista e saggista), Romano Prodi (presidente Fondazione per la Collaborazione tra i Popoli), Mario Monti (presidente Università Bocconi) e Ferruccio de Bortoli (editorialista Corriere della Sera).

Le considerazioni hanno animato una tavola rotonda cui hanno preso parte anche Gianpiero Calzolari (presidente Granarolo), Fulvio Guarneri (presidente Unilever Italia e Middle Europe Cluster Leader) e Dario Rinero (ceo Lifestyle Design). Le conclusioni dei lavori, a cui hanno assistito i capi d’azienda delle più importanti Industrie di Marca alimentari e non food presenti in Italia, sono state curate da Bruno Tabacci, sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri.


TAG: CENTROMARCA,CONVEGNI,FRANCESCO MUTTI,INDUSTRIA ALIMENTARE

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