Vino
23 Maggio 2023Coldiretti insorge: «l'impegno per la tutela della salute non può tradursi in decisioni semplicistiche che criminalizzano ingiustamente singoli prodotti»
Stephen Donnelly, il Ministro irlandese della Salute, ha convertito in legge il regolamento legato all'etichettatura degli alcolici con avvertenze sulla salute, noto come health warnings. Tale legge, che verrà applicata dal 22 maggio 2026, prevede che le etichette riportate sui prodotti alcolici contengano avvertenze sul rischio di malattie mortali contraibili assumendo alcol. «Sono lieto che l'Irlanda sia il primo Paese al mondo a compiere questo passo, spero che altre nazioni seguano il nostro esempio» dichiara Donnelly con soddisfazione.
Innumerevoli le critiche sollevate, in primis da parte dei produttori di bevande alcoliche secondo i quali questa legge rappresenta una barriera per gli scambi commerciali, ingiustificata e sproporzionata. A Federvini e Uiv, già compatti contro questa disposizione, si aggiunge il commento di Coldiretti, preoccupata perché l'entrata in vigore delle etichette allarmistiche mette a rischio le esportazioni di vino italiano.
«Una decisione che, si auspica, possa essere ridiscussa nel Comitato barriere tecniche in sede Wto il 21 giugno dove verranno presentate ufficialmente le obiezioni già anticipate da diversi Paesi a partire dagli Usa» sottolinea la Coldiretti. Secondo Coldiretti, quella irlandese sarebbe una norma distorsiva del commercio. «Anche se nel 2022 le esportazioni di vino italiano in Irlanda sono state pari ad appena 45 milioni di euro, la decisione, rischia di aprire le porte in Europa e nel mondo ad una normativa che colpirebbe una filiera che in Italia vale 14 miliardi di euro, dal campo alla tavola garantisce 1,3 milioni di posti di lavoro ed è la principale voce dell'export agroalimentare».
Si tratta di difendere un settore del Made in Italy che ha scelto da tempo la strada della qualità con le bottiglie Made in Italy che sono destinate per circa il 70% a Docg, Doc e Igt con 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc), 76 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), e 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30% per i vini da tavola. Il consumo pro capite in Italia si attesta sui 33 litri all’anno con una sempre maggiore attenzione alla qualità, alla storia del vino, ai legami con i territori che spingono italiani e stranieri anche alla scoperta di cantine e aziende.
«È del tutto improprio assimilare l’eccessivo consumo di superalcolici tipico dei Paesi nordici al consumo moderato e consapevole di prodotti di qualità ed a più bassa gradazione come la birra e il vino che in Italia è diventato l’emblema di uno stile di vita lento, attento all’equilibrio psico-fisico che aiuta a stare bene con se stessi, da contrapporre all’assunzione sregolata di alcol» afferma il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini. «Il giusto impegno dell’Unione per tutelare la salute dei cittadini non può tradursi in decisioni semplicistiche che rischiano di criminalizzare ingiustamente singoli prodotti indipendentemente dalle quantità consumate».
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