Vino

08 Luglio 2024

Ristrutturazione Differita: Uiv contro gli espianti, a Bruxelles serve visione strategica

Secondo Uiv, l'operazione rappresenta più un invito all’abbandono che alla ristrutturazione


Ristrutturazione Differita: Uiv contro gli espianti, a Bruxelles serve visione strategica


Sui tavoli di Bruxelles si chiama Ristrutturazione Differita ma si legge espianti: secondo il consiglio nazionale di Unione Italiana Vini, riunitosi pochi giorni fa a Barolo, finanziare l’abbandono alla vigna attraverso i fondi strategici del Programma nazionale di sostegno (Pns) è sbagliato.

È vero che c’è uno sbilanciamento tra domanda e offerta, ma sono altre le misure che si potrebbero adottare per riequilibrare il mercato senza intaccare un asset coltivato da decenni. «La Commissione europea ha fissato per il prossimo settembre il primo incontro del Gruppo di alto livello sul futuro dell’Ocm vino. Da Uiv sarà ferma opposizione alla distrazione dei fondi strategici, come quelli per la ristrutturazione e la promozione, ma ci sarà massima collaborazione nel considerare altre ipotesi per razionalizzare il potenziale produttivo del vigneto Italia» ha detto Lamberto Frescobaldi, il Presidente di Uiv.

La Ristrutturazione Differita, come proposto dalla Francia ma anche da alcune organizzazioni agricole italiane, secondo Uiv rappresenta più un invito all’abbandono (finanziato) che alla ristrutturazione: chi avrà accesso ai fondi Pns avrà tempo fino a 6 anni per reimpiantare, e qualora decidesse di non farlo incasserà in ogni caso il 50%. In Italia si valuta addirittura di estendere l’arco temporale fino a 8 anni oppure di eliminare direttamente la durata del titolo.

Per il Segretario Generale di Unione Italiana Vini, Paolo Castelletti, sono altre le misure da adottare: «Il focus della nuova Ocm deve continuare ad avere un approccio imprenditoriale e non assistenzialista, come accaduto nell’ultima – inutile – tornata di espianti costata all’Ue oltre 3 miliardi di euro. Servono investimenti in vigneto, in tecnologia e in promozione ma soprattutto un piano strategico di sviluppo che in Italia ancora non c’è. Pensiamo a una maggiore spinta degli investimenti verdi, a nuove misure da attivare in favore – per esempio – di innovazione, analisi di mercato, promozione del turismo del vino. Quanto alla sovrapproduzione – conclude Castelletti – si deve pensare a una riduzione delle rese, alle riclassificazioni incontrollate e a una gestione intelligente delle nuove autorizzazioni che premi chi è realmente sul mercato, i giovani e l’agricoltura specializzata».

TAG: LAMBERTO FRESCOBALDI,PAOLO CASTELLETTI,UIV,UNIONE EUROPEA

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