Un 2011 difficile e di paure è alle spalle. Si spera che il 2012 non sia duro come appare. Nel 2011 non si è rinunciato al brindisi. In Italia tengono i consumi di spumanti e bollicine, nei 74 Paesi dove si esporta è ancora un boom, più diversificazione di canali, nuovi mercati, incrementi stratosferici in certi Paesi. Dai dati dalle indagini, grazie alla rete di contatti social network, OVSE.ORG stima il 2011 un anno di stasi e ritorno al passato sul mercato interno e un grande incremento all’estero con novità.
*OVSE.ORG stima in 420 milioni circa le bottiglie di spumanti italiani stappati nel 2011 pari a 1,200 mld di plv all’origine e a oltre 2,9 mld al consumo. In Italia il consumo è in leggero calo, intorno a 150 milioni di bottiglie di produzione nazionale (-1%) cui si aggiungono 7 milioni di prodotti importati, quasi totalmente di provenienza francese. “Troppi numeri a sproposito sono stati annunciati a fine anno sugli spumanti italiani, ancora affermazioni senza senso e grande confusione degli opinionisti e blogger fra dati produttivi, dati delle spedizioni e bottiglie realmente consumate. Finiamola con paragoni senza senso, l’Italia è per il secondo anno consecutivo leader dell’esportazione. Le bollicine italiane sono in assoluto diverse da tutte le altre al mondo: una leadership di tipologia e qualità che deve essere mantenuta e migliorata. Ovse modifica più volte i dati. I consumi non coincidono mai con la produzione e il dato finale dipende da metodo di indagine e analitico, da calcoli statistici, da una continuità dei controlli e conoscenza dei mercati. Anche i parametri cambiano da fonte a fonte. Da quest’anno OVSE si avvale delle propria rete di esperti sparsi in 48 Paesi. In sintesi il 2011 si caratterizza per una grande discontinuità anche nei prezzi nell’arco dell’anno soprattutto all’estero, per concentrazione degli atti d’acquisto all’ultimo momento, per confezioni più limitate, per quasi totale fedeltà alle bottiglie di alto livello e per grande infedeltà alle etichette di primo prezzo, per una conferma dei consumi domestici e acquisti autonomi, per uno sviluppo delle vendite nella Gdo dei Paesi esteri ” così sintetizza Giampietro Comolli da 30 anni tecnico esperto di spumanti e bollicine italiane e straniere.
Ovse stima che il mercato nazionale al consumo rappresenti un giro d’affari leggermente superiore a 1 mld di euro con un calo del 2% rispetto al 2010 a fronte di una Plv all’origine di 480 milioni di euro. Con i vini importati il comparto vale un fatturato al consumo vicino a 1,300 mld di euro. In discesa ancora il consumo di spumanti italiani fuori casa (-4%), soprattutto nei ristoranti di alto livello, tengono e confermano le posizioni le bollicine metodo classico, seppur nelle liste dei vini il rapporto fra produzione nazionale e estera, quando va bene è di 1 o 2 ogni 4 referenze. Più importante la gamma di scelta in piccoli e ristoranti locali, i quali puntano nel 70% dei casi a etichette provinciali e regionali. Nei bar l’ora dell’aperitivo tiene e crescono i locali che propongono bollicine in abbinamento con piatti veloci freddi e caldi. Una alternativa alla cena per molti giovani. Principali consumatori fuori casa e fuori pasto restano i consumatori fra i 18 e i 35 anni, per i quali è sempre più importante l’aspetto conviviale nel consumo, un calice di bollicine fa socialità, rappresenta uno stile e un modo di proporsi. Proseguono, come da 5 anni a questa parte, gli acquisti per il consumo domestico; nel 2011 si riscontra un aumento degli atti d’acquisto (+4%) in piccoli supermercati, nei cash&carry e direttamente dal produttore: rispetto al 2009 si registra un incremento del 5% in volumi degli acquisti in cantina soprattutto sotto le festività con ordini per regali. Anche nel 2011 si registra un ulteriore spostamento dei gusti verso le tipologie brut (secco) e il extradry(aromatico) per gli spumanti generici e per il Prosecco sul mercato interno nazionale con oltre il 70% del totale dei brindisi richiesti. Il mercato interno vede un calo degli spumanti rosè dopo anni di trend positivo e sono in calo le bollicine metodo classico fra i marchi non territoriali. Trento Doc tiene e consolida le posizioni tradizionali, ampliando i mercati, bene anche il Franciacorta e l’Altalanga in piena sinergia con l’andamento eccezionale del Asti docg. La Franciacorta cresce più all’estero, ma in Italia sfiora i 10 milioni di bottiglie stappate su circa 22 milioni totali, cioè il 46%. Cresce anche l’Asti Docg, non come per l’export, ma supera i 14 milioni, exploit del Prosecco Docg con 37 milioni di bottiglie e 40 milioni di bottiglie per il Prosecco Doc. Ancora in crescita gli spumanti generici e di fantasia con 37 milioni di bottiglie, in calo però del 10% sono stati i dolci. Consumate anche 7 milioni di bottiglie importate, circa 200mila di Cava spagnolo e altre 300mila di diversi Paesi, il restante è Champagne che rispetto all’anno precedente cresce del 9%. Buona performance per i prodotti di altagamma e per quelli di primo prezzo, il calo dei volumi ha colpito soprattutto i prodotti a prezzi intermedi (fra 11 e 25 euro la bottiglia al consumo) seppur il prezzo medio assoluto sia stato ribassato di circa il 5-6%. Due elementi di riflessione sul mercato italiano: il Cartizze Superiore Spumante non vede crisi, anzi cresce nel prezzo, con i quantitativi di bottiglie bloccate, risultando nella Gdo la bottiglie nazionale con prezzo scaffale superiore a € 12 la bottiglia e l’avvio delle vendite promozionali più volte in un anno per la stessa etichetta, anche prima delle feste di fine anno, con cali dal 30 al 40% rispetto al prezzo di partenza soprattutto per le etichette metodo classico, dal Franciacorta al TrentoDoc anche di marche note. La stagnazione dei consumi si concentra sulle etichette intermedie. Il consumo domestico raggiunge il 68% contro il 32% dell’extra domestico. Sempre più stabile iil dato dei consumi procapite a 2,60 bottiglie anno. Nel 2011 il Nord-Ovest diventa la principale area di consumo con un 34% di bottiglie, segue di 3 punti il nord-Est, mentre segnali positivi si sono riscontrati sia nella Gdo che nell’horeca nel Centro e sud Italia con ampissimi margini di crescita per le evidenti limitate presenze di etichette di spumanti nelle liste vini dei ristoranti di vari livelli.
* All’estero sono state consumate 270/280milioni bottiglie (media +11% in quantità e +8% in valore rispetto al 2010) per il 99% ottenute con metodo italiano e principalmente concentrate fra Asti-Moscato (+12%in volumi e +5%in valore), Prosecco Docg-Doc (+10% in volumi e +12% in valore al consumo rispetto al 2010) e vini spumanti generici e nomi di fantasia a base Moscato, ex Prosecco e Muller Thurgau. Una Plv all’origine di 720milioni di euro che arriva a quasi 1,7 miliardi come fatturato al consumo. Forte incremento dei consumi anche per il metodo classico, soprattutto Altalanga Doc e Trento Doc (+10%), con i Franciacorta a un +17% rispetto al 2010 a indicare che i prodotti di nicchia trovano spazio nel sistema glocal se supportati da un marketing aziendale orientato al consumatore straniero, da una presentazione del prodotto continua e se valorizzato da esperti esteri. Fra le bottiglie esportate dall’Italia ci sono anche circa 2 milioni di bottiglie di diverse marche di Champagne.
In Usa e Uk vince il last minute, gli scaffali di enoteche si svuoteranno gli ultimi giorni, ma soprattutto si riscontra una crescita di acquisti in Gdo (+6%), a segnare l’incremento delle referenze italiane presenti, alla apertura delle insegne alle bollicine italiane, alla richiesta e all’aumento dei consumi domestici anche per i vini italiani. In Usa si stima un incremento di volumi intorno al 27%, in Germania un +5%, in Regno Unito un +13% e in Russia un +40%. Diversi altri Paesi come Ucraina, Polonia e paesi Scandinavi fanno registrare un +3% di media, mentre mercati come estremo Oriente, Belgio e Canada segnano un +5-6%. La Svizzera si conferma un fedele consumatore di bollicine made in Italy, come l’Austria. Buone le performance anche nei paesi balcanici sempre più orientati all’acquisto di bollicine italiane. Per il Franciacorta buoni i risultati in Polonia e in Usa, va meglio il TrentoDoc in Estremo Oriente e a Londra. Nella maggior parte dei Paesi esteri (raggiunta la quota di 74 Paesi, ma sono ancora almeno altri 40 i Paesi dove poter inserire gli spumanti italiani) è fondamentale per i consumi e conoscenza il rapporto con l’horeca. Una indagine Ovse fra i ristoranti e locali più noti e alla moda all’estero, molti non di origine italiana seppur con menù e cuoco italiano, emerge che sono ancora pochissime le etichette tricolori, una media del 15% circa. Quindi ulteriori spazi di crescita anche all’interno degli stessi locali e catene alberghiere. In Germania si raggiungeranno le 42 milioni di bottiglie, di cui 8 milioni di Prosecco Superiore docg e 17 milioni di Asti docg. In Usa si sono stappate 30 milioni di bottiglie, di cui 11 milioni di Asti. In Russia, o meglio a Mosca e poche altre grandi città, sono volati 29 milioni tappi di cui 9 milioni di Asti e Prosecco a testa, 10 di spumanti generici. Austria, Svizzera e Giappone insieme consumano altre 18 milioni di bottiglie tricolori, circa il 50% di Prosecco Superiore e Prosecco Doc. Per il secondo anno consecutivo l’Italia è il primo Paese esportatore al mondo per volumi. Al primo posto per valore all’origine e al consumo resta la Francia. Principale Paese produttore e consumatore si conferma la Germania con oltre 600milioni di bottiglie e 7,50 bottiglie procapite. Novità del 2011, la Russia con oltre 280 milioni di bottiglie consumate, di cui 11% di provenienza italiana.
“Il mercato mondiale - sostiene Comolli - riconosce una qualità e un valore più alto del passato per gli spumanti italiani. L’Italia è nelle condizioni e deve assumere il ruolo di competenza per storia, per tradizione e per cultura enoica di leadership dei gusti e delle tipologie dei vini. Il marchio made in Italy a tavola funziona, le bollicine aiutano a promuovere il marchio d’origine nazionale e la leva del prezzo aiuta, oltre alla reperibilità e all’aumento dei punti vendita, a tipologie più in linea con i gusti internazionali e per il fatto che gli spumanti italiani sono di più immediato approccio, moderni, abbinabili ad ogni momento e occasione della giornata. La piacevolezza e morbida freschezza sta vincendo in tutti i mercati. In frenata la destagionalizzazione, si riscontra più discontinuità nei consumi, meno fedeltà alla marca in generale, riduzione del range e concentrazione dei prezzi di prima fascia e maggiore divario di prezzo allo scaffale fra etichette di alto livello, tengono i volumi delle etichette di alto livello a scapito di un prezzo al consumo più contenuto del 15% rispetto a tre anni fa, più concentrazione o meno diluizione nel tempo degli atti di acquisto. In Italia si registra una riduzione di valori, con un prezzo medio inferiore del 3% rispetto al 2010”.
OVSE: Elaborazione dati raccolti da Uffici Studi diversi, Uffici Statistici, Uffici Dogane e da Rete Linkedin Upgrade Group (394 Updates Consult)
COSA E’ OVSE - OSSERVATORIO ECONOMICO VINI SPUMANTI EFFERVESCENTI
Nasce nel 1991 per iniziativa di Giampietro Comolli. All’epoca la produzione e la commercializzazione dei vini spumanti era limitata, erano considerati vini speciali. Circa il 40% erano spumanti generici e per il 45 % da asti docg. Ovse e’ uno strumento di analisi e di raccolta di dati produttivi, dei consumi&mercati dei vini italiani. Il termine effervescente vuole indicare un mondo e un metodo di produrre un vino di emozione e di convivialità. E’ un portale aperto per conoscere e sottolineare le differenze, le diversità, le tipologie, le denominazioni che compongono il grande e assai ampio mondo delle bollicine italiane. Dal metodo classico o tradizionale…al metodo italiano con le sue varianti fra dolce e secco. Oggi ovse conta su una rete di informatori privilegiati in 48 paesi diversi, rientranti nel gruppo linkedin della rete social network per offrire dati e riflessioni in tempo reale, certezze delle stime basate su serie storiche e calcoli statistici previsionali e analisi dati assoluti e relativi su documenti ufficiali di importazione ed esportazione.
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