C’è attesa, a Verona, per l’8 aprile prossimo, quando alle 14.30 viene presentato nel corso della più importante manifestazione mondiale sul vino, il Vinitaly, il nuovo libro del dottore e sommelier Giuseppe Baldassarre, "Primitivo di Puglia". Apporta nuovi ed esclusivi contenuti all’eterna ricerca su uno dei vitigni e vini simbolo della Puglia.
Tutto quello che finora non sapevamo sul "Principe dei Rossi di Puglia" in pagine scritte in punta di penna da Giuseppe Baldassarre, medico e sommelier. Il suo nuovo libro si chiama "Primitivo di Puglia (storia di uve, epopea di vignaioli e di vini)" un testo di agile lettura tutto dedicato al vitigno che ha fatto conoscere la Puglia nel mondo e che dopo anni di silenzio è ritornato in auge grazie ai sempre più intensi consensi delle guide enoiche italiane e anche estere. Baldassarre è un fine e profondo conoscitore del Primitivo e con i suoi studi ne mette in evidenza le origini, la storia, le curiosità, le differenze anche sensoriali, in particolare, fra quello di Manduria e quello di Gioia del Colle, i due areali più noti. Ma ci spiega anche come il vitigno si sia diffuso in tutto il Salento e in altre zone di Puglia (la nuova zona delle Colline Joniche Tarantine) ma anche in altre aree del Meridione, come a Mondragone, nel casertano, portato agli inizi del ‘900 dal barone Falco che adesso Baldassare scopre «possedeva un vigneto a Gioia del Colle». Una zona dove il Primitivo si diffuse a macchia d’olio nei primi decenni dell’800 prima di raggiungere Manduria nel tarantino nel 1881, grazie ad alcune barbatelle portate in dote dalla contessa Sabini di Altamura, andata in sposa al nobiluomo Tommaso Schiavoni Tafuri.
Il libro di Baldassare è da leggere come un bicchiere di vino, tutto d’un sorso. La conferenza di presentazione della sua nuova fatica editoriale è fissata per le 14.30 di lunedì 8 aprile, nella sala conferenze del Padiglione Puglia (il 10), nel quartiere fieristico di Verona (Viale del Lavoro 8), nel corso del prossimo Vinitaly (7-10 aprile). Oltre all’autore, alla presentazione intervengono, Fabrizio Nardoni (assessore alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia), Vito Sante Cecere (presidente Ais Puglia), Francesco Caputo (Assessore all’Innovazione Agricolo-Aziendale, Forestale, Caccia, Pesca e Risorse Marine della Provincia di Bari) e l`editore del libro, Giuseppe Rotolo (Input edizioni). Modera l’enogiornalista Eustachio Cazzorla.
«Con la ricerca di Baldassarre - spiega Vito Sante Cecere - si apre un nuovo importante capitolo nella conoscenza del vino e del vitigno Primitivo. Concetti che non saranno soltanto utili per i nostri numerosi corsisti, ma anche per chi si vuole avvicinare a un calice di Primitivo con disinvoltura e la voglia non solo di gustarne le peculiarità gustolfattive ma di conoscerne la storia e i suoi segreti». E così sfogliando le 166 pagine del libro si scopre che fu un certo Menotti Schiavoni, il primo ad avviare la coltivazione del Primitivo sulle dune di Campomarino, a pochi chilometri da Manduria e ne ottenne presto un vino di grande struttura. Il "Primitivo di Puglia" si conferma come un viaggio in lungo e in largo per la Puglia e nel mondo, che permette di far conoscere da vicino i protagonisti dell’epopea del Primitivo, il suo utilizzo nell’alta gastronomia grazie alle ricette dello chef e sommelier Donato Malacarne e anche gli aspetti tecnici (coltivazione, vinificazione, affinamento) oltre che legislativi, con una sezione destinata ai nuovi disciplinari che hanno determinato le nuove Dop e la prima Docg di Puglia sul Primitivo dolce naturale di Manduria. Ed ecco che nella sua prefazione Leonardo Palumbo, Comitato Direttivo Assoenologi, parla di «un vero e proprio Rinascimento del Primitivo, meritato riscatto dopo lunghi anni di servile e incompreso ruolo di vino da taglio».
Ma la vera novità che emerge dalle pagine del racconto di Baldassarre sta nell’aver scoperto che il Primitivo è un “vitigno Adriatico” presente con altri nomi dalla Croazia (con il Crljenak hastelanskj) fin giù al Montenegro (con il kratosija) e in Albania. Per poi approdare in America con l’altrettanto misterioso Zinfandel geneticamente identico al Primitivo. La conclusione a cui Giuseppe Baldassarre approda è che se il Primitivo deriva dallo Zagarese portato in Puglia da popolazioni greco-albanesi in fuga nel ‘500, un’origine verosimile del vitigno in questione è da ricercarsi nell’area mitteleuropea e balcanica, grosso modo corrispondente a quella un tempo appartenuta all’impero austro-ungarico. E non è un caso che gli studi di Baldassarre portano fino in Germania, quando «tra il 2002 e il 2005 - si legge nel libro - il ricercatore tedesco Andrea Jung rintracciò in vecchissimi vigneti, in vicinanza della città di Heidelberg, 65 piante di primitivo».
Un libro avvincente, da sfogliare e leggere, perché no, proprio sorseggiando quel Primitivo, il vitigno che ha risalito pian piano la china e che fra i vari premi e consensi conquistati negli ultimi tempi, per due anni di seguito, ha portato al vertice della Top 100 dei vini italiani un piccolo ma attento produttore di Manduria. Proprio ora, in questo momento magico per il Primitivo, che viene vinificato anche da quei racemi che un tempo venivano buttati via e che adesso diventano Rosati e Spumanti che mai nessuno, come questo libro, avrebbe mai immaginato soltanto un decennio fa.
IL LIBRO
Titolo: Primitivo di Puglia
Sottotitolo: Storia di uve, epopea di vignaioli e di vini
Autore: Giuseppe Baldassarre
Editore: Input Edizioni, Monopoli
Anno: marzo 2013
Pagine: 166
L’AUTORE
Giuseppe Baldassarre è medico, dirigente di I livello nella Unità Operativa di Geriatria dell`Ente Ecclesiatico Ospedale Regionale "F. Miulli" di Acquaviva delle Fonti. Specialista in Medicina Interna e in Farmacologia Clinica, si è perfezionato in Bioetica. È vice-Presidente della Sezione Apulo-Lucana della SIGOT (Società Italiana dei Geriatri Ospedalieri e Territoriali).
È autore di oltre 200 pubblicazioni scientifiche, tra cui alcuni volumi e numerosi articoli apparsi su riviste di livello internazionale. Dopo il diplomato di sommelier nel 2001, ha conseguito l’abilitazione di degustatore ufficiale dell`Associazione Italiana Sommelier (A.I.S.) nel 2003, di relatore ufficiale nel 2004 e di commissario nel 2006. Scrive per diverse riviste specializzate a diffusione nazionale e regionale. Dal 2008 è referente per il coordinamento degli eventi della Delegazione Murgia dell`A.I.S. Puglia. Dal novembre 2010 è responsabile nazionale dell`Osservatorio
su Vino, Alimentazione e Salute dell`A.I.S..
ALTRE SUE OPERE
"La riscoperta del Primitivo. Viaggio nella storia e nei segreti di un grande vino del Sud" (Ed. Dal Sud, 2003),
"Un colpo al cerchio, l`altro alla Botte" (Ed. del Tirso, 2005),
"Ritorno al primitivo. I siti storici, i personaggi e le cantine in terra di Bari" (Ed. Dal Sud, 2006),
"Il fascino antico e nuovo dei vini dolci di Puglia" (Graficom, 2009),
"Rossa e dolce. La cipolla di Acquaviva delle Fonti" (Graficom, 2009),
"Il bicchiere mezzo pieno. Uno sguardo al vino con l`occhio alla salute" (Graficom, 2011),
"Dolci racconti. Ricette di dolci della tradizione pugliese e acquavivese" (Graficom, 2012).
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