Come noto, la birra è una cosa seria in Germania, tanto che i criteri di purezza per la produzione della birra sono fissati da una legge del 1516 (non più in vigore, ovviamente, seppur ripresa in normative successive), il Reinheitsgebot, emanato da Guglielmo IV di Baviera, e certo gli eventuali contaminanti chimici che potrebbero finire nelle falde acquifere a causa del fracking non sono contemplate dalla tradizione.
Un portavoce della Brauer-Bond ha affermato che «l`acqua deve essere pura e più di metà dei birrai tedeschi hanno i propri pozzi proprio nelle aree che il governo ha individuato come adatte per il fracking». I produttori chiedono al governo di muoversi con più cautela per garantire che l`acqua utilizzata nella produzione non venga inquinata. La Germania è il maggiore produttore di birra in Europa e il terzo per consumi, e sul Reinheitsgebot ha costruito un imponente marketing: i birrai garantiscono che la birra segue la secolare ricetta comprendente solo acqua, orzo, lievito e luppolo, per questo non possono permettere che possano sorgere dubbi sulla perfezione del loro prodotto. L`associazione raggruppa 1300 produttori di ben 5000 differenti tipi di birre, una varietà talmente grande che un consumatore potrebbe sceglierne una diversa ogni giorno per ben 13,5 anni, nonostante il protezionismo travestito da tradizionalismo limiti di molto le sperimentazioni, anche dei birrai locali.
Considerando che ci sono le elezioni alle porte e che il progetto riguardante il fracking ha già trovato l`opposizione dei socialdemocratici e dei Verdi è molto difficile che una legge possa essere approvata prima di settembre. Tuttavia bisognerà bilanciare adeguatamente anche le ragioni della politica energetica tedesca e europea, poiché l`Europa deve colmare un gap con gli Stati Uniti, il cui costo dell`energia è attualmente più basso di un terzo.
Fonte International Business Times