24 Febbraio 2014
Il mais made in Italy spinge la birra Peroni sui mercati esteri
È il mais Nostrano, varietà autoctona recuperata grazie alle ricerche dell`Istituto sperimentale di cerealicoltura di Bergamo e oggi coltivato solo da circa 200 aziende agricole di Veneto, Piemonte e Lombardia, l`arma segreta della Nastro Azzurro, marchio premium di Peroni sul trono della birra italiana più venduta al mondo.
Un modello di valorizzazione del made in Italy «dalla terra alla tavola», avviato nel 2007 e oggi premiato dall`export: nel 2013 lo stabilimento Birra Peroni di Padova ha destinato oltreconfine il 54% dei volumi di vendita, il 100% in più rispetto al 2006. Nastro Azzurro, brand di punta sui mercati internazionali della multinazionale SabMiller cui appartiene Birra Peroni, oggi vende in circa 60 Paesi. Il Gruppo ha deciso di investire nello stabilimento padovano 3,2 milioni per l`ammodernamento degli impianti, l`adeguamento ai nuovi standard tecnologici internazionali SabMiller e soluzioni innovative nel packaging e nella sostenibilità.
«La scelta Birra Peroni di spingere sul valore aggiunto del made in Italy con il Nostrano e la grande cura del prodotto ha decretato il successo, anche a livello internazionale, del brand "Nastro Azzurro"» afferma Federico Sannella, direttore Relazioni esterne. Nel sito veneto, all`avanguardia dal punto di vista ambientale, lavorano 130 addetti e l`occupazione è stabile: grazie alle misure adottate - dall`ottimizzazione dei lavaggi nel reparto cantine ai nuovi motori elettrici ad alta efficienza - i consumi energetici sono stati dimezzati, e di conseguenza le emissioni in atmosfera di CO2. Anche il consumo idrico è stato ottimizzato: fino a qualche anno fa servivano 7 litri di acqua per produrre un litro di birra, oggi ne bastano 3,05. Una sostenibilità dell`impianto che si misura anche sul piano del welfare. Nello stabilimento sono state prese misure per la sicurezza e il miglioramento delle condizioni di lavoro, e i dipendenti hanno seguito corsi di problem solving, manutenzione autonoma, team work e lean production. Diversi reparti hanno oltrepassato la soglia dei cento giorni senza infortuni: da 191 non si registrano incidenti sul lavoro, ma per il reparto confezionamento il totale dei giorni è di 341, che diventano oltre 1.200 in fabbricazione.
I dati sono riportati nel Rapporto di sostenibilità 2012-2013 presentato a Padova, dove la crisi non si è sentita: lo scorso anno la produzione ha raggiunto quota 1,5 milioni di ettolitri (+2% rispetto all`anno precedente). Il gruppo SabMiller, presente in 75 Paesi, ha una produzione annua di 218 milioni di ettolitri, oltre 200 marchi in portafoglio (fra gli altri Pilsner, Tourtel, Wuhrer) e un organico di 70mila persone.
Fonte Il Sole 24 Ore
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