Pratica dello zuccheraggio, scambi mondiali di vino e sostenibilità economica ed ambientale: questi i temi dibattuti dal Foro mondiale delle cooperative vitivinicole che si è concluso in questi giorni nella cittadina spagnola di Ciudad Real. All’appuntamento, nato tre anni fa con l’obiettivo di riunire attorno allo stesso tavolo le cooperative vitivinicole più attive sui mercati internazionali, hanno partecipato per l’Italia Caviro e Vivai Cooperativi Rauscedo, accompagnate da Gabriele Castelli, neoresponsabile dell’ufficio vitivinicolo di Fedagri - Confcooperative.
«La cooperazione rappresenta da sola oltre il 60% della produzione vitivinicola mondiale. È un nostro dovere interrogarci su quale sarà il futuro del mondo del vino, le prossime tendenze, i mercati più promettenti, stringere alleanze per accorciare ancora di più la filiera e garantire ai nostri soci una maggiore remunerazione», così commenta Adriano Orsi, presidente del coordinamento vitivinicolo di Fedagri - Confcooperative, esprimendo la sua soddisfazione per il fatto che cantine di Fedagri siano state invitate ad un evento di tale portata, segno della rilevanza e della stima che il mondo cooperativo italiano ha nel mondo intero.
Quest’anno, oltre ai presidenti e ai dirigenti delle cooperative provenienti da Cile, Brasile, Argentina, Spagna, Francia e Italia, hanno preso parte ai lavori la neo eletta presidente dell’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino (OIV), Claudia Inés Quini e il direttore generale dell’OIV Jean-Marie Aurand. Con i rappresentanti dell’OIV, la discussione si è concentrata sulla pratica dello zuccheraggio, ammessa dalla normativa dell’Unione europea, ma mal vista dal mondo cooperativo, convinto che una tale concessione generi una distorsione della concorrenza tra i produttori che utilizzano mosto concentrato e mosto concentrato rettificato e quelli, invece, che ricorrono allo zucchero per aumentare la gradazione alcolica del vino.
Per Angel Villafranca, padrone di casa in quanto presidente di Cooperativas Agroalimentarias, limitare fortemente il ricorso alla pratica dello zuccheraggio, permetterebbe di assicurare un equilibrio al mercato del vino e nuove opportunità di business, destinando alla produzione di mosti concentrati parte della produzione vinicola di ogni anno. Sul ruolo dell’export è intervenuto Giordano Zinzani, in rappresentanza di Caviro, che ha evidenziato come già oggi oltre il 40% del vino mondiale si consumi in un Paese diverso da quello d’origine. Paesi tradizionalmente grandi produttori e grandi consumatori di vino, quali Italia, Spagna e Francia, registrano una flessione dei consumi, mentre nuovi Paesi consumatori ma non produttori di vino stanno entrando nel mercato mondiale del vino. Allo stesso tempo, gli scambi commerciali sono sempre più liberalizzati, grazie ad accordi commerciali tra i principali player mondiali. In tale scenario, la quota dei vini consumati in un Paese diverso da quello d’origine è destinata ad aumentare, con un mercato mondiale che assume sempre più le sembianze di un unico grande mercato.
Le dimensioni dell’impresa cooperativa assumono a tal riguardo una importanza determinante, perché per competere su un mercato mondiale, gli investimenti in innovazione, marketing e risorse umane altamente professionali diventano la chiave per affrontare le sfide del futuro. Maggiori dimensioni che si raggiungono con l’aggregazione tra cantine cooperative, non solo attraverso fusioni, ma anche con accordi di commercializzazione e nuove forme di collaborazione.
«Non solo GDO, ogni canale di vendita va presidiato e sviluppato - ha spiegato Gabriele Castelli di Fedagri - perché il vino va venduto e i soci devono essere adeguatamente remunerati. Attualmente è in corso un dibattito a Bruxelles per cercare per sviluppare a pieno le potenzialità offerte dal canale e-commerce, fino ad oggi limitato da problemi fiscali tra gli Stati membri». «Qualcuno la chiama responsabilità sociale d’impresa, noi la chiamiamo cooperazione, perché alla base dello spirito cooperativo c’è la volontà di offrire ai nostri soci ed alle comunità rurali che abitano i nostri territori un futuro migliore del presente», è quanto ha dichiarato Giorgio Giacomello, invitato ai lavori in rappresentanza dei Vivai Cooperativi di Rauscedo e intervenuto sull’importanza della sostenibilità economica e ambientale della vitivinicoltura. Per Giacomello, la cooperazione deve farsi promotrice di un nuovo modello di sviluppo del settore vitivinicolo mondiale, che attraverso una continua ricerca e innovazione, nel campo ed in cantina, sia capace di rivoluzionare la vitivinicoltura mondiale. Giacomello ha portato a Ciudad Real l’esempio concreto del lavoro che da anni VCR porta avanti ogni giorno con la selezione clonale e lo sviluppo di nuovi vitigni resistenti, per una viticoltura più competitiva e di qualità, con minori costi di produzione per i produttori, e più verde perché sempre più attenta all’ambiente che ci circonda. Il prossimo anno la quarta edizione del Foro mondiale delle cooperative vitivinicole si terrà a Mendoza in Argentina.
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