Innanzitutto il vino disporrà di un edificio «ad hoc» all’interno di un’area che è quella del Padiglione Italia. Si tratterà di uno spazio di circa 2mila metri quadri che in precedenza era stata adibita a uffici e strutture di servizio e che poi è stata recuperata allo spazio espositivo. Si troverà vicino al Lake Italia, quindi negli spazi di pertinenza del Padiglione Italia all’incrocio tra il cardo NE e il decumano, pertanto nella piazza centrale dell’intera area Expo dove godrà della massima visibilità. Sui rendering del Padiglione vino sono ancora al lavoro gli architetti Rota e Beleu rispettivamente di Milano e Verona e tutte le novità, insieme al nome del Padiglione (la scelta sembra a questo punto limitata a due ultime ipotesi rimaste in campo) saranno svelate lunedì prossimo.
Tre livelli e spazio alle emozioni
La struttura, sarà su tre livelli (due piani e una terrazza) e avrà uno spazio dedicato alla parte informativa e emozionale, uno alla rappresentanza istituzionale (che potrà riguardare tanto i consorzi quanto le associazioni di categoria) e uno spazio dedicato agli incontri e alla commercializzazione.
«Per lo spazio definito emozionale - spiega Lamberto Vallarino Gancia - ancora non è possibile svelare nulla se non che l’unico obiettivo che ci ha guidato è la necessità di creare un “effetto wow”. Ovvero dare un’idea precisa e immediata di cosa sia il vino, i territori e le tradizioni di cui è espressione, anche al visitatore che non ne sappia nulla e che attraverso Expo e il Padiglione vino si voglia avvicinare al nostro universo».
«Al pian terreno verrà realizzato un percorso emozionale - aggiunge il presidente dell’Unione italiana vini, Domenico Zonin - nel quale i visitatori entrando potranno avere subito un’idea di cosa sia il vino italiano percependo in maniera chiara che l’Italia è uno dei paesi più importanti del mondo nella produzione vinicola. Questo spazio sarà costruito per incuriosire anche le famiglie e non solo il pubblico di operatori e appassionati con un occhio di riguardo per il pubblico cinese e orientale. Ci risulta infatti che in Asia infatti siano già stati venduti molti biglietti per partecipare a Expo 2015 e quindi ci aspettiamo un significativo afflusso di visitatori che spesso però ignorano che l’Italia sia un paese leader al mondo nella produzione di vino».
L’area commerciale e l’"Enoteca Italia"
Altro aspetto al centro delle riflessioni del Comitato il funzionamento dell’area commerciale. Le ipotesi allo studio (fra le quali ad esempio c’è la creazione di un’enoteca Italia) infatti puntano a garantire da un lato al pubblico uno spazio per le degustazioni e dall’altro alle imprese un sistema che consenta, a rotazione, un’ampia partecipazione del mondo produttivo a Expo. «Anche qui - aggiunge Vallarino Gancia - incontriamo precisi limiti nei regolamenti Bie (Beaureau International des Exposition, l’ente organizzatore di Expo) che prevede infatti che fatto 100 il lavoro sviluppato dal Padiglione solo un quinto (ovvero il 20%) può essere dedicata alla commercializzazione».
«Al primo piano del Padiglione - aggiunge Zonin - ci sarà la parte operativa con lo spazio per le degustazioni, le presentazioni delle aziende e lì sarà presente anche un’enoteca nella quale le imprese potranno decidere di essere presenti scegliendo fra diverse opzioni definite per la loro partecipazione. Poiché ci attendiamo un flusso significativo di persone sono immaginati giochi e app che possano intrattenere il pubblico anche nei momenti di attesa che si verranno a creare. E anche questi saranno improntati alla divulgazione di cosa è e cosa rappresenta il vino made in Italy. Infine, nei sei mesi di Expo verranno organizzati una decina di eventi istituzionali slegati cioè da singoli territori o etichette ma che riguarderanno il vino italiano nel complesso alcuni dei quali saranno dedicati ad approfondire il legame fra il vino e altri settori del made in Italy».
Fonte Il Sole 24 Ore