Tonfo della produzione italiana di vino. Quest`anno, causa il maltempo, una vendemmia tra le più scarse del dopoguerra dovrebbe tagliare la produzione di vino intorno ai 41 milioni di ettolitri, il 15% in meno rispetto ai 48,1 milioni del 2013. L`Italia perderà il primato mondiale a vantaggio della Francia, la cui produzione dovrebbe attestarsi a 47 milioni di ettolitri.
Un dato forse peggiore delle attese per il vino italiano che nel 2013 valeva 10 miliardi, di cui la metà all`export, e che coinvolge 1,25 milioni di addetti. La produzione scarsa probabilmente farà crescere i prezzi del vino, alla base del rallentamento dell`export (in quantità) nel 2013, e del calo dei consumi in Italia (un dato ormai strutturale). Le stime sulla vendemmia sono state stilate dal centro studi di Assoenologi dopo il conferimento del 10% della produzione, ma il trend discendente è stato influenzato da un clima estivo bizzarro, specie al Nord, con molte piogge e poco sole. Dal rapporto di Assoenologi, l`Italia risulta divisa in tre parti: il Nord manifesta decrementi di produzione abbastanza omogenei da -10 a -15% rispetto al 2013. Le regioni centrali (Toscana, Marche, Lazio e Umbria) registrano invece incrementi di produzione variabili tra il 5 e il 10%. Le regioni meridionali potrebbero perdere fino al 30%, in particolare in Sicilia.«Il clima umido - osserva Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi - ha investito tutte le regioni. Forse solo Lazio, Umbria e Marche ne usciranno indenni. Ma anche Sicilia e Puglia, tra le più soleggiate in agosto, hanno risentito in precedenza di una maggiore piovosità che ha creato l`habitat ideale per le malattie della vite».
Eventuali carenze di produzione «verrà rimpiazzata dalle scorte - precisa Giuseppe Martelli, dg di Assoenologi - e poi sarà il mercato a determinare i prezzi». Quali i vini più a rischio aumento? «Escluderei i vini Doc e Igt che costituiscono il 70% dell`offerta - risponde Martelli - mentre per gli altri vini dipenderà molto dalla disponbilità. Ciò detto il mercato è fermo: anche chi ha il prodotto preferisce stare alla finestra e osservare come evolvono domanda e prezzi».
Dal fronte dei produttori, Arturo Ziliani, AD di Berlucchi, conferma che «questa vendemmia è stata molto complicata: abbiamo iniziato il 18 agosto a raccogliere i primi grappoli di Pinot nero, ma con numerose interruzioni per le piogge. Abbiamo chiuso la vendemmia lunedì scorso con 42mila quintali di uve: il 15% in meno dell`anno passato, ma ci aspettavamo -30%. Le perdite sono cresciute anche per i grappoli con problemi sanitari che abbiamo eliminato prima della vendemmia. Alla fine siamo soddisfatti: poteva andare peggio». E per le eventuali carenze di bollicine Ziliani rassicura: «Abbiamo scorte sufficienti a superare le annate difficili come questa».
Non diversa la situazione in Sicilia. «Ci aspettiamo un calo produttivo del 15/20% - interviene Vito Varvaro, presidente delle Cantine Settesoli (6mila ettari di vigneto e 56,5 milioni di ricavi) - ma la qualità sarà ottima. I prezzi? Ora sono bassi ma prevediamo un aumento quando si apriranno i giochi, tra novembre e dicembre. In giro per il mondo ci sono rimanenze consistenti di vino italiano pronte a essere offerte quando si manifesteranno carenze di prodotto».
Secondo Coldiretti «se non ci saranno sconvolgimenti si prevede che la produzione Made in Italy sarà destinata per oltre il 40% ai 332 vini Doc e ai 73 Docg e il 30% ai 118 vini a Indicazione geografica tipica (Igt) e il restante 30% ai vini da tavola. Sul fronte delle vendite in Italia, Iri rileva che nel periodo luglio 2013/luglio 2014 le vendite nella grande distribuzione sono calate del 4,5% a volume ma sono aumentate dell`1,5% a valore: sono quindi aumentati i prezzi nonostante le promozioni. Il trend tra i produttori è vario: aumentano di più i ricavi Banfi (+28%), Tollo (+17%), Caviro (+12%), Frescobaldi (+11%) e Sella e Mosca (+10%). Arretrano di più Duca di Salaparuta (-16%), Verga (-14%), Antinori (-9%) e Zonin (-8%).
Fonte Il Sole 24 Ore
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