Basilico, asparagi, zenzero, piselli, coriandolo, pomodori ed altri prodotti naturali, i cui effetti positivi sul nostro organismo sono innegabili, riescono a dare un tocco ‘healthy’ anche alle bevande alcoliche più pesanti, riducendo i sensi di colpa di chi ama bere.
«La nostra filosofia è usare prodotti freschissimi, succhi fatti al momento con lime, fragole, limoni, ma anche basilico, cetrioli, zenzero, lychee, lavanda, pepe rosa. Prepariamo i cocktail davanti agli occhi dei nostri clienti e poi aggiungiamo il ghiaccio. È uno show, la gente ama vederci lavorare ed il gusto dei drink è divinamente fresco, non usiamo zuccheri nocivi, tutti gli ingredienti sono organici e naturali. È impossibile non notare la differenza» spiega Gregory McIntosh, mixologist del noto ristorante asiatico fusion Hakkasan a Miami. «Già dopo il primo sorso, il cliente sente la genuinità dei prodotti. E, diciamo la verità, si sente meglio anche con sé stesso» aggiunge.
I drink di Hakkasan costano 16 dollari, 25 per quelli a base di champagne: un prezzo abbastanza alto, ma il bar è sempre pieno. Tra i più interessanti, un cocktail a base di foglie della pianta asiatica shiso, gin, lime, marmellata di yuzu (agrume asiatico) e succo di litchi. Oppure lo strawberry and basil martini, un mix di vodka, fragole, foglie di basilico tailandese e aceto balsamico bianco. Il Thai Scotsman, invece, unisce Chivas 12, sciroppo di citronella e bitter alla prugna.
La moda dei "veggie cocktail" si è diffusa ormai in tutti gli USA. New York ospita alcuni tra i posti più in voga del momento, ma la novità è a Los Angeles. Su Sunset Boulevard, Oliver’s Prime nel Grafton Hotel offre uno dei cocktail più verdi della Città degli Angeli: il Green Machine è un mix di cavolo riccio, spinaci, succo di lime, cetriolo, Hendrick’s gin, sciroppo e club soda.
Al Brit Bar Lounge Rooftop West by Jaguar di West Hollywood, invece, è possibile degustare il Cucumber Viper: succo di cetrioli freschi con Blanco tequila, succo di lime, agave e uno spruzzo di limonata fatta in casa. Il tutto decorato con un cetriolo ricoperto di pepe cayenne e polvere di chili. La tendenza "verde", però, non è solo per lupi di Wall Street e la Hollywood che conta: è globale.
Da non perdere, se si visita il famosissimo ristorante Ko di Maui (Hawaii), il Maui Beet Bellini che unisce succo di barbabietole locali, sciroppo di acero, Prosecco e un tocco di cannella e pepe cayenne per creare un cocktail dal gusto forte e genuino.
I drink verdi vanno molto anche nelle capitali europee. La Berners Tavern dell’Edition Hotel di Londra serve il Dill or no Dill, con gin Tanqueray, limone, cetriolo in poltiglia, bevanda al fiore di sambuco, aneto fresco e sale affumicato. Mentre a Parigi, il Rosemary Power del Badaboum è un mix di Vodka Absolut, infuso di rosmarino, basilico e succo d’ananas, sale e pepe, decorato con foglie di basilico.
Fonte GQ Italia
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