«Eppure questo dato non deve ingannare - denuncia Filippo Terzaghi (nella foto), direttore dell’organizzazione -. Se anche i primi sei mesi di quest’anno a volumi il mercato ha tenuto, mettendo a segno un piccolo incremento, il saldo, dopo un agosto difficile, andrà in negativo. Questa estate il clima non ha aiutato. E poi bisogna sottolineare che all’aumento dei volumi non si è accompagna una crescita della marginalità. In generale i consumatori puntano su birre economiche e produzioni premium e superpremium ne stanno soffrendo».
Alla crisi, dunque, gli italiani stanno rispondendo puntando su prodotti della fascia bassa del mercato. Ma non basta: in questo già difficile scenario sul comparto incombe la spada di damocle dell’aumento delle accise che, con l’ultimo "scatto", previsto per il prossimo 1° gennaio, porterebbe a un aumento generale dell’accisa del 30% in pochi mesi. «Una situazione che ci ha costretti a concentrare i nostri sforzi in questa battaglia, anche in termini di comunicazione», spiega Terzani.
«In questi anni - prosegue il rappresentante di AssoBirra - abbiamo condotto politiche a sostegno del prodotto con azioni mirate alla creazione di partnership con il mondo del "gusto". Da un anno a questa parte, però, il 90% delle risorse sono state concentrate su questo nuovo fronte. Abbiamo lanciato la campagna "Salva la tua birra" per sostenere una petizione che invitasse il Governo a fermare questo ulteriore aumento. In pochi mesi abbiamo raccolto 111.000 firme. Con il supporto di Inc - Istituto Nazionale per la Comunicazione, da tempo nostro partner, abbiamo messo online il sito www.salvalatuabirra.it e diffuso il nostro messaggio attraverso i social network e naturalmente presidiando le fiere di settore».
Secondo una stima di REF Ricerche, un aumento delle accise di 10 centesimi al litro (corrispondente all’impatto dei vari innalzamenti dell’accisa programmati da ottobre 2013 a gennaio 2015) dovrebbe portare a un aumento del prezzo medio di circa il 2%, con punte del 7% nel canale GDO. Con una diminuzione delle quantità complessive consumate di quasi il 5%. «Dal prossimo anno, sperando di trovare le risorse, contiamo di tornare a sostenere il settore attraverso campagne consumer», afferma Terzaghi.
«L’obiettivo è quello di illustrare le diverse sfaccettature di un prodotto come la birra, perseguendo la politica di accreditamento nel mondo dell’alimentare. Una strategia che portiamo avanti da tempo attraverso il sito www.birrainforma.it, chiarisce. A livello di tendenze segnali positivi arrivano dalle "superspecialità". Si parla di nicchie come i microbirrifici, ma anche di fenomeni come le radler che nonostante l’estate fresca hanno avuto un ottimo riscontro da (anche grazie ai crescenti investimenti delle grandi aziende). E poi c’è una crescita della platea femminile, un target sul quale dovremo lavorare». Resta confermato l’impegno di AssoBirra a sostegno del consumo responsabile. «Nel 2013 abbiamo presentato l’operazione "O Bevi O Guidi", con un tour attraverso la Penisola. Nel 2014 abbiamo proseguito la nostra politica di informazione, ma senza campagne specifiche. Ma stiamo già ragionando sul progetto di comunicazione da presentare nell’estate del 2015», conclude Terzaghi.