Un "Progetto DiVino" fuori dal comune che affonda le radici nel territorio ove ha origine, una gamma di prestigiosi vini ottenuti da vitigni autoctoni che si esaltano in qualità e autenticità, impreziositi da etichette con una veste grafica "quasi ipnotica" che si ispirano al Suprematismo, corrente avanguardista fondata dal pioniere dell’arte contemporanea Kasimir Malevich.
Tutto ciò per (riba)dire che il vino, prima ancora che un prodotto è un’emozione che si può percepire sotto molteplici aspetti, istinto che trascende la logica, messaggio subliminale che può colpire tutti i sensi. Come il suprematismo, appunto, la cui essenza ritroviamo applicata con cura (quasi religiosa) al progetto Tor De` Falchi i cui vini riscuotono riconoscimenti in tutto il mondo. Ne parliamo con Donato di Gaetano, economista e fondatore della Cantina riconosciuta nel 2013 dal Ministero dell’Agricoltura "Progetto di Eccellenza Rurale in Italia".
Come e dove nasce il Progetto Tor De` Falchi?
«Il "Progetto DiVino Tor De` Falchi" nasce in Puglia, nell’area vini DOC Castel del Monte - Puglia Imperiale. Possiamo affermare, senza presunzione, che è un progetto unico al mondo e si basa sui seguenti pilastri: tutela, preservazione e valorizzazione dei vitigni autoctoni; tutela della bio-diversità con un approccio eco-friendly alla salvaguardia del territorio ove ha luogo la cantina che abbiamo progettato per essere anzitutto uno spazio sensoriale ed emozionale. I processi produttivi poi sono supportati da pratiche agronomiche all’avanguardia e da tecnologie enologiche di livello internazionale con una particolare attenzione all’efficienza energetica. Altro punto di forza è l’innovazione nella comunicazione e nel marketing enologico sia a livello nazionale che internazionale».
Leggiamo che il progetto si è ispirato al Suprematismo. Cosa ha significato per Tor De` Falchi?
«Ci siamo ispirati alla concezione Suprematista dell’arte di Kazimir Malevich - pittore russo avanguardista del XX secolo, secondo il quale un’artista deve ricercare quei percorsi che conducono all’essenza dell’arte e cioè alla pura sensibilità creativa. Per l’appunto Tor dé falchi intende ricercare, ricavare e proporre l’essenza del vino e della sua filiera produttiva alla massima espressione dei valori di qualità e autenticità. Quindi parliamo di vini che riflettono una precisa identità territoriale, con un packaging attraente e moderno ad elevato rapporto qualità/prezzo. Una gamma che si propone non solo nelle classiche occasioni di consumo, ma che risulta perfetta anche per aperitivi, cocktail, crudità di pesce e sushi. Ad esempio, il nostro Rosé “Suprematism” 2012 Castel del Monte Bombino Nero DOCG è stato riconosciuto in Giappone tra i migliori vini al mondo per l’abbinamento al sushi. Ciò è avvenuto in occasione del Sakura International Wine Awards nel Marzo 2014. Inoltre, nel settembre scorso al Decanter Asia Wine Awards tenutosi ad Hong-Kong i nostri vini Santaloja 2013, Chiancabianca 2013, Animae Agri 2013 e Suprematism 2013 hanno conseguito importanti riconoscimenti. Ricordo, infine, la medaglia d’argento conseguita al Vinitaly 2014 all’International Packaging Competition per l’etichetta “Suprematism” 2012».
Il vino, seppur eccelso, una volta prodotto, va distribuito. Quanto a suo avviso una buona distribuzione può ancor più valorizzare il progetto Tor De` Falchi?
«Nella nostra strategia commerciale la distribuzione è l’anello decisivo. A parte le ribalte internazionali che restano comunque fondamentali per la nostra realtà, in Italia, per proporre i nostri vini stiamo vagliando con grande attenzione le modalità più opportune e le “persone” più capaci le quali, anzitutto ,devono essere in sintonia con il nostro progetto. In loro vogliamo riscontrare affinità e comunanze dove, al di là delle vendite, la prima necessaria prerogativa deve essere quella della condivisione di valori e un’alleanza rispettosa delle reciproche competenze, delle proprie specifiche identità e dignità».
Obiettivi ambiziosi, diciamo anche abbastanza selettivi: li ritiene possibili?
«Certo, tutto è possibile, anche se a volte abbiamo riscontrato che non tutti i distributori hanno la cultura della condivisione. Per loro un prodotto seppur eccellente, è un numero in un assortimento composto da migliaia di referenze dove smarrisce, inevitabilmente, la sua unicità, e di conseguenza perde anche la sua forza commerciale. Non certo per presunzione, ma date le caratteristiche del progetto, puntiamo a un approccio più distintivo con la distribuzione. Quando ho il piacere, e la fortuna, di poter parlare direttamente con la forza vendita dei distributori esordisco sempre con un concetto per noi basilare: "Quando vi recate da un ristoratore, in prima battuta non dovete vendere il mio vino, ma solo e semplicemente raccontare la storia che contiene, prima ancora del prodotto bisogna vendere il progetto, raccontare l’impegno, la passione che l’ha generato". Fatto questo, e né abbiamo avuto prova in tutte le occasioni, i vini Tor dé falchi producono anche ottimi riscontri commerciali».
Cosa offrite ai distributori?
«Una storia esclusiva e vincente. L’originalità di un progetto, con il quale il distributore potrà fare la differenza sul mercato e, perché no, esaltare e valorizzare il suo ruolo strategico. I distributori, a volte lo dimenticano, hanno un grande potere che io da economista chiamo "Il potere del territorio". La conoscenza che hanno dei loro peculiari mercati, delle dinamiche commerciali locali, delle attese dei loro clienti rappresenta una forza incredibile. È un potere che però va condiviso, non tutti hanno voglia di farlo e restano gelosamente ancorati a preconcetti che, ormai sono fuori luogo e fuori tempo. È un potere che, diciamo, va reso “più democratico” e nel quale vanno coinvolti tutti gli attori della filiera: solo in questo modo quel potere si esprime all’ennesima potenza, con ovvi benefici per tutti, a cominciare dal distributore. Occorre però un cambio di passo, un approccio con regole e dinamiche nuove, passare dal marketing passivo a quello attivo. Ad esempio stiamo proponendo a ristoratori selezionati, tramite i distributori, di diventare a tutti gli effetti dei Tor De` Falchi Wine Ambassadors. Il coinvolgimento e la gratificazione dei ristoratori è essenziale, da lì poi, la gratificazione e la fidelizzazione del cliente finale è il naturale passaggio».
Quindi, cercate una distribuzione, per così dire, “suprematista” in linea con l’essenza del vostro progetto.
«Perché no, se per suprematismo intendiamo la capacità di ricercare e applicare l’essenza del proprio lavoro e della propria identità, di proporsi con la parte più pura, farlo sul filo delle emozioni e di valori veri, ebbene allora cerchiamo e vogliamo questi partner. Consapevoli che Il successo solido e duraturo lo si ottiene solo mettendo in campo questi fattori: che si produca vino o che ci si occupi di distribuzione, il ragionamento non muta. L’eccellenza ha valore universale».
Ma non le pare un po’ utopico tutto ciò? La complessità, diciamo pure, la crudezza della realtà, specie nel campo degli affari, impone scelte e detta condizioni che spesso non permettono di volare alto.
«È vero solo in parte. Ma a questa domanda voglio rispondere e chiudere con una massima di Paulo Coelho: “Il mondo è nelle mani di coloro che hanno il coraggio di sognare e di correre il rischio di vivere i propri sogni”. Ebbene, noi di Tor De` Falchi lo stiamo facendo e vogliamo correre il rischio di farlo con quei partner distributori affini alla nostra filosofia di lavoro.
Giuseppe Rotolo
INFO Cantina Tor De` Falchi
http://www.tordefalchi.com/index/index_italy.htm
https://www.facebook.com/tordefalchi?ref=bookmarks
https://www.youtube.com/watch?v=vbQ7Ni_BBEQ
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