15 Febbraio 2011

Il Chianti torna a volare


vigneto-chianti2.jpgPartenza col botto per il Chianti classico nel 2011: le vendite di gennaio hanno fanno registrare un confortante +12% (sullo stesso mese del 2010), merito della forza di un vero e proprio distretto agroalimentare come quello del Chianti Classico dai numeri di una "grande impresa": fatturato stimabile in oltre 500 milioni di euro, valore della produzione vinicola imbottigliata di 360 milioni di euro, valore complessivo della produzione olivicola pari a 10 milioni di euro, valore delle altre produzioni agricole stimabile in 90 milioni di euro, fatturato medio degli agriturismi 75 milioni di euro; 70.000 ettari, di cui 7.200 vitati a Chianti Classico e 10.000 coltivati ad oliveto.

Il 2010 si è concluso con un bilancio lusinghiero per il Chianti Classico, che totalizza una crescita delle vendite che mediamente si attesta su un +21% rispetto al 2009. Una inversione di tendenza significativa rispetto agli ultimi due anni condizionati da una globale congiuntura economica sfavorevole che per il Gallo Nero sembra essere passata. La vendita del Chianti Classico in Italia e all`estero a partire dal secondo semestre del 2010 ha toccato +37% sullo stesso periodo del 2009, con punte di crescita del +55% nel trimestre conclusivo del 2010. Un trend che fa ben sperare per il 2011 e che indica una ripresa che, se pure con tutta la prudenza del caso, sembra inarrestabile. E` il clima che accompagnera` "Chianti Classico Collection", evento (destinato a media & mercato) di scena a Firenze (Stazione Leopolda) il 15 e 16 febbraio, con l`anteprima delle annate 2010, 2009 e della Riserva 2008.
Per la penetrazione commerciale del Chianti Classico, nel triennio 2008-2010, si configura una sostanziale tenuta dei mercati storicamente di riferimento per questa tipologia: gli Stati Uniti si confermano al primo posto (27%), seguiti dall`Italia( 24%), dalla Germania che si rivela un mercato in buona crescita (12%), Canada altro mercato in tendenziale crescita (8%), Regno Unito (7%), Svizzera (7%), Giappone (4%), Olanda (3%), Svezia (3%), Russia (2%) e altri Paesi (3%).

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